Spiga d’Oro Ristorante: il culto del vino e della cucina Made in Italy in Belgio
Oltre ai suoi primi piatti come i deliziosi spaghetti alla bottarga e la vera lasagna emiliana e i secondi di carne, la Spiga d’Oro offre una carta di vini selezionati dal noto sommelier italiano Gianluca Di Taranto che periodicamente organizza corsi di degustazione di vini molto richiesti e apprezzati dal popolo del Belgio. Noti sono i tour che il signor Francesco organizza per i clienti de La Spiga d’Oro coi quali consente di visitare la tanto amata Italia con interessanti itinerari nei luoghi in cui il vino si produce con tanta professionalità e passione.
In vista del prossimo viaggio dal Belgio al Friuli Venezia Giulia per visitare una nota azienda vinicola, abbiamo intervistato il signor Francesco Di Taranto per farci raccontare di persona il suo amore per il Made in Italy e la sua passione per il vino italiano di qualità.
Com’è nato il Ristorante Spiga d’Oro?
Noi siamo pugliesi. I miei genitori avevano aperto un pastificio in Sicilia a Taormina chiamato “Spiga d’Oro”. Lì è nato il nome Spiga d’Oro anche del mio ristorante nel 1990. All’inizio Spiga d’Oro era una pizzeria ma io volevo aggiornarmi nel settore della ristorazione e ampliare il suo raggio d’azione per far conoscere il Made in Italy in Belgio attraverso l’arte culinaria. Sono tornato in Italia per imparare dai migliori ristoratori a cucinare. Dopo un mese dal mio ritorno in Italia ho trasformato Spiga d’Oro da pizzeria a ristorante.
Come vi ha accolto il popolo belga?
All’inizio il popolo belga mi ha ritenuto un pizzaiolo in gamba. A quei tempi eravamo conosciuti come pizzeria. Siamo stati accolti bene perché i belgi apprezzano tanto la cucina italiana e il nostro lifestyle. È un popolo che va d’accordo con quello italiano. Quando ho aperto come ristorante i clienti si aspettavano la cucina semplice o i piatti più diffusi come lasagne, ragù bolognese. Io li ho educati attraverso un viaggio alla scoperta delle regioni italiane con i loro piatti tipici.
Che tipo di prodotti utilizzate per le vostre prelibatezze?
Prodotti italiani al 100%: tartufo, pasta, limoni siciliani, pomodori e formaggi tipici.
Il piatto più richiesto?
Il rognone con il formaggio raschera e la bottarga.
Come definisce la sua cucina italiana?
La mia è una cucina regionale in base alla regione che presento. Ad esempio attualmente sto presentando la Toscana. Da fine novembre fino a fine anno presenterò il Piemonte che è la mia regione preferita. Il mio menù offre una varietà di piatti contestualizzati alla regione rappresentata. Attraverso i miei piatti conduco la gente verso un viaggio alla scoperta dei sapori del territorio.
E la carta dei vini com’è strutturata?
Abbiamo una grande varietà di vini grazie a mio figlio Gianluca che è un grande sommelier. Ogni due mesi organizziamo eventi con viticoltori italiani. Ad ogni vino che presentiamo abbiniamo piatti tipici della regione che il vino stesso rappresenta. Ad esempio a Dicembre presenteremo un vino di qualità piemontese, il Monforte d’Alba.
Cosa pensa del “culto del vino” che si sta sempre più diffondendo anche in Italia?
Mi dispiace per i francesi ma la gente si è stufata del vino francese. La scelta dei vini italiani è più ampia. C’è una grande varietà di regioni che offrono vini prelibati e di qualità come il territorio piemontese, calabrese, pugliese. L’Italia è da scoprire tutta dal punto di vista vinicolo. Mio figlio sta avendo molto successo con i suoi corsi di degustazione di vini che organizziamo proprio qui a La Spiga d’Oro. In questi corsi Gianluca insegna come si beve il vino e come sii abbina efficacemente al cibo. Riceviamo molte adesioni a questi corsi di degustazione e tanti sono i riscontri positivi. A noi fa molto piacere diffondere il Made in Italy. È una sorta di “missione quotidiana”
Secondo lei come deve essere un buon vino?
Un buon vino deve essere prima di tutto appagabile. Deve rappresentare il vitigno. Se assaggiamo il Nebbiolo, esso deve avere il sapore di Nebbiolo. Non deve dare di “vino preparato in cantina”. Deve piacere al cliente e deve essere contestualizzato col piatto che si sta mangiando e al momento che si vive.
Ci racconti della sua esperienza che la vedrà in Friuli Venezia Giulia in visita ad una nota azienda di vini…
Si, mi recherò a visitare una nota azienda vinicola del Friuli Venezia Giulia per organizzare dei tour di degustazione e conoscenza del culto del vino. Mi reco spesso in Friuli e in Piemonte per organizzare questi tour ai quali partecipano i nostri clienti che sono incuriositi nei confronti del mondo del vino, alle sue caratteristiche, al processo di produzione. Il vino italiano fa la differenza ed è molto apprezzato.
Il suo rapporto con lo staff?
Lavoro con uno staff nel quale c’è molta collaborazione e senso di umanità. Essendo pugliese sono molto socievole e molto vicino al mio staff.
La parte più divertente del suo lavoro?
Vedere il cliente soddisfatto che a fine pranzo viene a salutarmi con una bella stretta di mano. Amo il contatto con la gente curiosa che chiede informazioni sui piatti, gli ingredienti che utilizziamo e gli abbinamenti di sapori.
La parte più noiosa?
La burocrazia, le carte, la gestione amministrativa.
Quali consigli darebbe ad un giovane ristoratore che vuole diffondere il Made in Italy in Belgio?
Di rimanere coi piedi per terra. Il Belgio valorizza molto gli italiani. Qui ci sono molte possibilità di realizzarsi professionalmente perché il Paese è più organizzato.
C’è qualcosa che le manca dell’Italia?
Il caffè, la gente più aperta e socievole. Il belga è più riservato. Ogni mese, mese e mezzo devo tornare in Italia per parlare con i miei amici di calcio e cibo. Il mio cuore rimane italiano e ne vado fiero.
Quanto conta l’aggiornamento e la formazione nel suo settore?
Tantissimo. Bisogna essere al passo coi tempi. Essere sempre trendy. Già stiamo pensando a quello che faremo l’anno prossimo. È un settore che viene vissuto con intensità e vivacità.
Come si svolge la sua giornata tipo?
Comincia dalle 9 del mattino a mezzanotte. Non si finisce mai di essere all’opera ma comunque è una giornata che regala tante soddisfazioni.
Progetti futuri di Spiga d’Oro?
Sto investendo molto sui miei figli affinché si realizzino professionalmente qui in Belgio nel campo della ristorazione con Spiga d’Oro. Vorrei organizzare più tour in Italia per condurre il popolo belga alla scoperta dei nostri sapori italiani inediti in regioni come la Toscana, il Piemonte, la Sicilia.