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Estrerni del locale

Il menù del Ristorante Pizzeria Tamburino offre una grande varietà di primi piatti come i tanto amati spaghetti allo scoglio e il risotto ai frutti di mare oltre ai secondi di carne di qualità ben selezionata. Ad essere molto richiesta è la “pizza”, merito dei suoi due pizzaioli napoletani. Nei weekend da Tamburino, oltre alla cena, è possibile divertirsi con degli eventi ricercati di live music in cui artisti di origine italiana si esibiscono per diffondere il folklore tanto amato del nostro Paese.

Ciò che ci colpisce del signor Domenico Taravella è l’entusiasmo e la grinta con le quali ci parla del suo mestiere di ristoratore. Per lui la sua “missione” di diffondere il “Made in Italy” è prima di tutto una passione in cui poter esprimere la sua umanità e il suo lato più creativo.

Com’è nata l’idea di aprire il Ristorante Tamburino?

La mia passione per l’arte culinaria è cominciata all’età di quattordici anni. Sono siciliano, originario dello stesso paese natio dello stilista Dolce Domenico, Polizzi Generosa. Il nome del mio ristorante richiama il tamburello siciliano che veniva suonato nella sagra delle nocciole del mio paese. Ho voluto utilizzare questo nome perché per me anche la cucina ha dei suoni e un’inedita musicalità.

Come mai la scelta del Regno Unito per diffondere il Made in Italy?

Il Regno Unito ha rappresentato sempre la mia meta prediletta dopo aver viaggiato in Francia e Germania. Qui ho trovato il mio mondo in cui potermi esprimere al 100%. Il Regno Unito è una nazione in cui è possibile offrire un’ottima ristorazione. È un mondo tutto da scoprire. All’inizio ero giunto qui solo per imparare la lingua inglese e poi mi sono stabilito per immergermi a pieno in questo progetto ambizioso che è appunto Il Tamburino.



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Interni del locale



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Fettucine all'aragosta

Come il popolo italiano ha accolto la cucina italiana del Tamburino?

Quando giunsi la prima volta qui, la cucina italiana era poco conosciuta. Ho subito proposto piatti semplici. Anche il calzone era sconosciuto qui. Ho sempre cercato di diffondere il nostro modo genuino di mangiare e abbiamo ottenuto subito dei buoni risultati e un riscontro soddisfacente. Nel corso degli anni la cucina italiana si è evoluta anche grazie ai social media e ai talent show che vengono trasmessi in tv. Io sono un cultore della genuinità della cucina italiana. Ci tengo soprattutto alla qualità dei prodotti che propongo.

Secondo lei un bravo chef quali competenze deve possedere?

Essere un leader. Deve rappresentare un punto di connessione e di riferimento tra reparto cucina e reparto sala. C’è sempre stata una spaccatura tra questi due settori. Un buon chef deve essere flessibile, deve saper ricercare il prodotto giusto per creare un connubio di sapori delicati. Deve avere innovazione senza rovinare la genuinità e la tradizione che ci viene tramandata con tanta passione. Un risultato buono si può ottenere anche con pochi ingredienti ma di qualità.

Quali sono i piatti più richiesti?

Il cliente inglese si è emancipato tanto nel campo dell’arte culinaria perché ha avuto la possibilità di viaggiare e apprendere come si mangia effettivamente in Italia. Ora sa persino riconoscere la pasta al dente e ha imparato ad apprezzarla. Il nostro menù offre tanti piatti variegati. La pizza è sempre molto richiesta. Dieci anni fa abbiamo pure organizzato una maratona di pizza in cui abbiamo vinto il record della pizza più lunga. Mentre per quanto riguarda i primi, il “piatto forte” sono gli spaghetti allo scoglio o il risotto con i frutti di mare. Apprezzati anche i piatti a base di carne.

Com’è il rapporto con il suo staff?

Amo creare un clima disteso e rilassato nel mio ristorante. Si lavora in maniera coesa e compatta. Io e il mio staff siamo sereni e felici in quello che facciamo e lo trasmettiamo anche alla nostra clientela che di conseguenza percepisce questo stato d’animo e si diverte con noi. È bello entrare in un ristorante e respirare quest’atmosfera calorosa e altamente umano. Noi vogliamo stupire quotidianamente la nostra clientela e ci riesce bene perché il nostro lavoro lo svolgiamo con entusiasmo e passione e con costante adrenalina.





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Staff del Tamburino
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Didascalia dell’immagine, spazio per la didascalia

La parte più soddisfacente del suo lavoro?

Vedere il cliente felice che ti fa sentire importante. Ti ringrazia e ti invia lettere o scrive recensioni positive. I ringraziamenti all’estero sono molto calorosi. Questo senso di umanità l’ho percepito solo qui. Per un ristoratore questa parte è eccitante. È meraviglioso cominciare la giornata lavorativa sapendo che qualcuno apprezzerà ciò che si fa.

La parte più difficile?

Gestire il personale. Creare una famiglia vera e propria in cui ognuno ha un ruolo fondamentale. Io paragono il mio staff di circa 65 componenti ad una squadra di calcio. È una parte del mio mestiere in cui si lavora sul lato emotivo e umano e non è per niente semplice. Bisogna aiutare i componenti del proprio staff a tirare fuori il meglio di sé. Aiutarli e assisterli a maggior ragione se sono italiani trasferitisi qui.





Organizzate anche eventi musicali? Che genere proponete?

Negli anni ci siamo evoluti in questo ambito. Proponiamo spesso un gruppo di tre cantanti di origine italiana e cresciuti qui in Inghilterra. Creano uno show divertente capace di creare un’atmosfera che rende partecipativo il pubblico. Nei weekend, oltre alla cena forniamo un “pacchetto serata”. La gente si lascia trasportare inevitabilmente da queste serate. Dal prossimo mese organizzeremo feste di Natale in cui la gente aspetta l’arrivo delle festività e si diverte. Nel mio ristorante avviene di tutto. C’è chi viene persino qui a “chiedere la mano” della propria futura sposa. Si crea convivialità e questo ci differenzia rispetto agli altri ristoranti.

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Live music "Double Soul"

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Selezione di crostacei e pesce Fresco

Che consigli darebbe ad un giovane ristoratore che vuole diffondere il Made in Italy all’estero?

Consiglio di essere onesti prima di tutto. Usare prodotti di prima qualità. Questa tendenza sarà apprezzata e riconosciuta dal cliente quando confronterà la vostra cucina con quella degli altri. Otterrete così la fiducia del cliente.

Cosa pensa dei talent show televisivi che hanno come protagonista la cucina italiana?

In Inghilterra c’è uno chef italiano, un ragazzo napoletano che lavorava in un ristorante vicino agli uffici della BBC. È stato scoperto da un regista. In Italia è sconosciuto, qui, invece è diventato famoso. È diventato il fulcro di trasmissioni come Cucina Italiana in Inghilterra. Personalmente sono contrario a queste trasmissioni. Spesso diffondono il messaggio che “lavorare in un ristorante” sia semplice e può essere appreso in poco tempo. Non è così perché ci vuole formazione, aggiornamento ed esperienza sul campo.


Progetti futuri del Tamburino?

Noi viviamo di progetti giornalieri. Attualmente stiamo vivendo una fase di stallo. Stiamo avviando un nuovo progetto in cui diffondere stuzzichini e cicchetti che a Londra sono molto apprezzati. Lì hanno già adottato questo progetto che valorizza lo Street Food Made in Italy. Vogliamo aprire altri locali in cui diffondere il modo semplice e sano di mangiare italiano con prelibatezze fatte in casa. Proporremo involtini di melanzane, arancini siciliani con una grande varietà di gusti e tanto altro ancora.

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ID Anticontraffazione: 9028Mariangela Cutrone

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