Ripartire con dolcezza: la storia della Fabbrica di Cioccolato
Una dolce storia cominciata nel 1950. Un nome noto a tutte le latitudini d'Italia quando si parla di caramelle tradizionali e cioccolato. È la Glober Dolciaria, nata come azienda specializzata nella lavorazione dello zucchero. Oggi, grazie all'evoluzione avvenuta nel tempo, è conosciuta anche come La Fabbrica di Cioccolato e produce anche cioccolato e torrone. A raccontare la storia di questa eccellenza italiana - che si trova a Fossa in provincia de L'Aquila - è la titolare, Francesca Lazzaro. Dagli inizi all'attualità più recente, passando per la voglia di ricominciare dopo il tremendo sisma che ha colpito l'Abruzzo nel 2009.
Francesca, ci racconti la storia della “Fabbrica di Cioccolato”
«La nostra è un'attività di famiglia, aperta dal 1950 da mio nonno. Inizialmente l'attività dolciaria era dedicata principalmente alle caramelle, soprattutto le "lacrime d'amore", quelle a forma di pallina e rivestite di zucchero. Puntavamo molto anche sui prodotti che si vedono sempre sulle "bancarelle" nelle feste di paese: i fragoloni e i coni di meringa, ad esempio. Prima di dedicarmi all'azienda di famiglia ho fatto tutt'altro: essendo laureata in lingue lavoravo nel turismo - racconta Francesca - ho deciso di tornare per una serie di circostanze. Principalmente perché volevo stare vicino ai miei familiari e parenti dopo il terremoto. Il nostro paese, Fossa, è uno di quelli più colpiti dal sisma del 2009, e tutt'oggi è ancora una cittadina fantasma. Prima di passare a gestire l'attività ho fatto un po' di gavetta in produzione, per capire come funzionava ogni processo legato ai nostri prodotti».
Ecco, quali sono i vostri prodotti di punta?
«Se parliamo di quelli derivati dallo zucchero, sicuramente il carbone della Befana e le "pecorelle". Il primo è un prodotto che tutti conoscono, il nostro finisce nelle calze di tutti i bambini d'Italia grazie a un accordo che ci ha permesso di entrare nel circuito di distribuzione nazionale. Il secondo, invece, è un prodotto più legato alla tradizione locale. Le pecorelle sono delle caramelle di zucchero a forma di agnellino, tipiche di Roma e del Lazio. Hanno una storia antica: venivano date ai bambini e portate come omaggio quando ancora non si conoscevano le uova di Pasqua e il cioccolato era un prodotto "di lusso". Sono tutte bianche, con un fiorellino decorato sul collarino»
E invece parlando di cioccolato e torrone?
«Sono entrambi prodotti legati alla stagionalità, alla Pasqua e al Natale. Soprattutto per il cioccolato, abbiamo una varietà infinita di proposte, grazie a migliaia di stampi ispirati dalla nostra fantasia. Proponiamo quasi sempre soggetti concavi che offrano la possibilità di mettere sorprese all'interno, non solo a Pasqua. Realizziamo quindi cioccolata a forma di Babbo Natale, ma anche presepi di cioccolata, oppure utilizziamo la cioccolata per ricoprire panettoni prodotti a livello locale. Una delle ultime novità, inoltre, sono i "Cioccolatini degli Alpini", che hanno la forma tipica del loro cappello. È un prodotto che abbiamo pensato due anni fa, quando a L'Aquila c'è stato il raduno nazionale degli Alpini. Noi abbiamo voluto celebrarli così, è stato anche un modo per ringraziarli della grossa mano che ci hanno dato dopo il sisma».
Cos'è che vi rende unici?
«Dal punto di vista estetico la decorazione dei nostri prodotti. Ci piace molto dare un tocco di originalità. Su richiesta facciamo anche decorazioni ad hoc, soprattutto con le uova di Pasqua, che offrono molta più possibilità di personalizzazione, sia per l'esterno che per la sorpresa. Per quanto riguarda il resto, invece, quello che ci distingue è la massima attenzione alla filiera di prodotto. Controlliamo che tutti i nostri ingredienti siano sostenibili sia dal punto di vista naturale che umano. Ad esempio, per il cacao, ci assicuriamo che tutte le aziende che ci riforniscono trattino in maniera equa il loro personale. Abbiamo dei valori in cui crediamo, gli stessi che poi cercano i nostri consumatori».
Chi sono i vostri clienti?
«Lavoriamo principalmente su base nazionale. Abbiamo collaborato a volte con l'estero, soprattutto con il cioccolato. Con Malta e il Belgio ad esempio, ma si è trattato di pochi episodi. In Italia facciamo molte spedizioni, soprattutto con il torrone. Il cioccolato è un prodotto molto difficile da spedire».
Avete avuto dei riconoscimenti particolari?
«Non veri e propri riconoscimenti, parlerei più di grandi soddisfazioni. Ad esempio sapere che il nostro nome è riconosciuto ovunque, soprattutto grazie al grande lavoro di mio padre. Oppure vedere la faccia felice dei clienti quando assaggiano i nostri prodotti in fiere e degustazioni».
Avete dei progetti per il futuro?
«Vorremmo crescere il più possibile, perché sappiamo di avere un grande potenziale. Ma dobbiamo pianificare bene ogni passo, perché siamo un'azienda a conduzione familiare. E io, personalmente, devo anche dedicarmi al lavoro di mamma e pensare ai miei due figli».
Di Alessandro Giannace
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