Discesa dei Candelieri, la festa sarda medievale che unisce il passato al presente
La Faradda di li Candareri (Discesa dei Candelieri) è una grande attrattiva per il turismo che, proprio nei giorni intorno Ferragosto, è già molto intenso in Sardegna. Per festeggiare la vigilia dell'Assunzione di Maria e onorarne il voto, tredici grandi ceri lignei, decorati con drappi, immagini sacre e dettagli dipinti e scolpiti, vengono trasportati a spalla per le vie della città, in una lunga processione che si conclude, verso la mezzanotte, all’ingresso della chiesa di Santa Maria di Betlem.
Durante il tragitto, i candelieri volteggiano e “danzano” in segno di buon auspicio e vengono inclinati fino a “baciarsi”: per questo, la Faradda è considerata anche una giornata totalizzante che richiede un grande sforzo fisico.
Ma da dove ha origine questa particolare tradizione?
Stando ai documenti storici, la Faradda sarebbe nata nel Seicento in risposta ad un voto fatto dai sassaresi alla Madonna. Il motivo? Cercare la salvezza da una terribile ondata di peste. In realtà, secondo alcune ipotesi, la festa avrebbe origini persino più antiche e affonderebbe le radici a Pisa, nella Toscana del XIII secolo. Qui, infatti, pare si svolgesse un rituale molto simile: ogni 14 agosto, un nugolo di fedeli portava in processione dei tabernacoli contenenti cera votiva. E, in effetti, anche nella manifestazione sarda di secoli addietro venivano utilizzate delle strutture del genere, poi evolute nei candelieri.
Il legame tra Sassari e la Toscana sarebbe da trovare nell’epoca delle Repubbliche Marinare, quando la Sardegna era contesa tra Genova e Pisa e in cerca di protezione dalle incursioni arabe.