Battlefield Rest: il gusto italiano innova la cucina scozzese
La cucina è fondamentale, ma anche avere una location unica può giocare un ruolo cruciale nel successo di un ristorante. Dalla combinazione di questi due elementi (un menù di qualità italiana e un ambiente più unico che raro) nasce il Battlefield Rest di Glasgow. Dietro il nome british si nasconde un continental bistrot dal cuore italiano. Quello di Marco Giannasi, nato in Scozia, ma da genitori italiani: «Sono tornato in Italia con la mia famiglia quando avevo sei anni, e poi sono mi sono di nuovo trasferito in Scozia per rilevare il locale di mio padre quando lui è mancato» spiega Giannasi. Il modo migliore per capire come mai il Battlefield Rest sia un posto inimitabile è affidarsi alle sue parole.
La location, si diceva, conta molto, ma senza un’adeguata offerta gastronomica non basta...
«Verissimo. È per questo che abbiamo sempre voluto distinguerci dal tradizionale ristorante italiano. Siamo un continental bistrot, ma con l’anima tricolore. Abbiamo cercato di fondere gli ingredienti scozzesi con il garbo italiano, grazie all’esperienza del nostro chef, che pure ha radici italiane e lavora qui fin dal primo giorno. Insieme abbiamo sperimentato e sviluppato tante idee. Una di queste, ad esempio, è il raviolo ripieno di smoked haddock, il pesce palombo affumicato. Lo serviamo con una salsa di parmigiano e lo guarniamo con spinaci e porro. Un’altra combinazione tra ingredienti scozzesi e gusto italiano sono le nostre specialità con l’haggis (il piatto nazionale, un insaccato a base di interiora cotte nello stomaco di pecora, ndr). L’’abbiamo messo nei nostri cannelloni. Per ingentilirne un po’ in sapore, in entrambe le ricette abbiamo inserito la cipolla caramellata».
Struttura foto destra
E invece cosa offrite di tipicamente italiano ai vostri clienti?
«Dall’Italia importiamo alcuni formati di paste secche, molti salumi, la farina di castagne e quella di farro per alcune preparazioni. Puntiamo molto sui prodotti della Garfagnana, da dove viene la mia famiglia. E poi il nostro gelato: è fatto qui a Glasgow, ma da una famiglia italiana che lo produce secondo tradizione. Ci teniamo molto perché il gelato è uno dei prodotti che va di più tra i nostri clienti, che sono principalmente scozzesi».
Che vini avete in carta?
«Solo vini italiani. Cerchiamo di coprire tutto il territorio, da Nord a Sud. Dal Gewürtztraminer al Catarratto».
In poche parole, cos’è che vi rende unici?
«La nostra personalità, data dalla combinazione di tante cose. L’unicità della location, il modo in cui è stata ristrutturata e arredata, la nostra idea di cucina, ma soprattutto il rapporto di fiducia che abbiamo creato con la clientela. Ci è capitato di accogliere intere generazioni, di padre in figlio».
Avete progetti per il futuro?
«Abbiamo un’idea per rendere ancora più caratteristico il nostro locale. Vogliamo rilevare un tram, una vettura originale del 1920, per aprire un piccolo spazio extra dove magari spostare le attività collaterali che già offriamo come teatro e musica, concerti. Sarebbe il complemento ideale data la storia della nostra location».