Un viaggio attraverso i sapori e i colori sardi con la Trattoria Pizzeria “L’isola di Maurizio”
Attraverso le pietanze che assaggerete in un ambiente familiare e conviviale, in cui è facile” sentirsi a casa,” potete intraprendere un “viaggio” nei sapori e colori della Sardegna, l’isola tanto amata da Maurizio.
Numerose sono le pizze e i piatti prelibati che il menù assortito de L’isola di Maurizio vi propone. Dai primi al dessert, le prelibatezze da gustare sono tutte preparate con prodotti freschi e di qualità nel pieno rispetto dell’arte culinaria targata Made in Italy.
Il successo della Trattoria- Pizzeria L’isola di Maurizio lo si deve proprio alla professionalità e la convivialità di Tony e Maurizio che ogni giorno perseguono con determinazione ed entusiasmo l’obiettivo di educare il popolo svizzero al “mangiare sano”.
In questa esclusiva intervista per noi, Tony in persona ci racconta la storia e il segreto del successo dell’Isola di Maurizio.
Com’ è nata l’idea di aprire la Trattoria- Pizzeria L’Isola di Maurizio?
Il locale esisteva già da anni. Eravamo al confine con la Germania. Volevamo migliorare ed evolverci e abbiamo deciso di trasferirci in un paese più trafficato e popolato come Dottingen. Il Ristorante si chiama L’isola di Maurizio perché Maurizio, il mio socio, è originario dalla provincia di Cagliari. Quando si è stabilito qui in Svizzera si è prefissato l’obiettivo di diffondere le origini della sua amata isola qui in Svizzera.
Come vi ha accolto il popolo svizzero?
Benissimo perché la maggior parte delle persone che abitano al confine hanno origini italiane. l’Italia non è lontana, Molti svizzeri vanno in vacanza in Italia oltre a saper parlare l’italiano. Hanno una buona conoscenza del nostro territorio e soprattutto del nostro Made in Italy molto apprezzato in tutto il mondo. La cultura italiana è una garanzia di successo ovunque.
Secondo lei qual è la chiave del successo del Made in Italy?
La chiave del successo richiede nella qualità dei prodotti della tradizione italiana. La cucina italiana è famosa nel mondo. In modo particolare pizza e pasta sono molto diffuse e ricercate ovunque.
Secondo lei come deve essere la vera pizza italiana?
La pizza napoletana è la pizza classica italiana apprezzata non da tutti per via dell’orlo alto. Molti
preferiscono l’orlo basso. Soprattutto all’estero ci accorgiamo di questa tendenza.
Quale pizza consiglierebbe ad Eccellenze Italiane?
La pizza Diavolo perché è molto completa. È condita con salame piccante e paprika che le conferiscono un gusto deciso. È anche molto richiesta dalla clientela de L’Isola di Maurizio.
Se dovesse definire la sua cucina quali aggettivi utilizzerebbe?
La nostra è una cucina semplice e genuina preparata con prodotti freschi e ben selezionati.
Secondo lei cosa significa “mangiare sano e bene”?
Significa selezionare bene i cibi. E i loro ingredienti. Significa anche cucinare come cucinava la nonna in maniera genuina con prodotti freschi evitando il cibo surgelato. Noi ad esempio abbiamo messo al bando la pasta precotta e i sughi pronti. Prepariamo tutto noi anche se i tempi sono più lunghi. Ma noi non ci poniamo questo problema in quanto vogliamo puntare alla qualità di ciò che offriamo alla nostra clientela.
Quali sono i piatti più richiesti?
Sembra assurdo ma i piatti semplici come spaghetti aglio e olio. Sembra banale come primo ma ha sapori molto apprezzabili che piacciono tanto agli svizzeri.
Com’è strutturata la carta dei vini?
Trattiamo vini sardi provenienti direttamente dalla Sardegna e poi vini scelti da una cantina della zona. Molto richiesti sono i vini rossi perché molto strutturati e ben digeribili. Sono naturalmente da abbinare in base ai piatti che vengono scelti e che noi consigliamo professionalità. Abbiamo una grande varietà di etichette proprio per accontentare le molteplici esigenze della clientela.
Secondo lei un bravo chef come deve essere?
Deve conoscere bene il cibo che propone. Possedere spirito di organizzazione e rispettare l’igiene dell’ambiente per eliminare tutte le sostanze che possono interferire con la qualità del cibo. Bisogna avere acquisito una certa esperienza nel tempo.
Quanto la formazione e il continuo aggiornamento sono vitali nel suo lavoro?
Tantissimo. Formazione e aggiornamento costante sono indispensabili. Bisogna sempre stare al passo coi tempi che corrono, apprendere modifiche per essere sempre più vicini alle esigenze della clientela. Nel corso degli anni le tendenze sono cambiate. I clienti sono più esigenti perché c’è più conoscenza dell’arte culinaria.
Molti sono i programmi televisivi che hanno come protagonista il Made in Italy, lei cosa pensa al riguardo?
Sono importanti questi programmi, consentono di farsi pubblicità. C’è molto show attorno ad essi però sono utili perché si conosce così la cucina di grande qualità. La gente è più invogliata ad andare al ristorante ed esplorare il culto del cibo acquisendo una visuale più ampia.
Qual è la parte più soddisfacente del suo lavoro?
Il commiato perché il cliente quando va via fa i complimenti su quello che è piaciuto di più ed è predisposto a tornare o fare il passaparola tra gli amici. Significa che la serata è andata al top e che siamo riusciti nella nostra missione quotidiana. È bello quando il cliente torna perché qui si sente a casa grazie all’ottimo servizio che si differenzia per la convivialità e professionalità oltre al sorriso sempre presente.
La parte più difficile?
Riuscire ad accontentare tutte le persone, anche le quelle che fanno richieste insolite. Con un po’ di pazienza e comunicazione tutto si risolve senza sfociare in inutili discussioni.
Quali consigli darebbe ad un giovane ristoratore che vuole diffondere il Made in Italy all’estero?
Proporre una cucina di qualità e questo non significa avere 200 piatti. Bastano pochi piatti ma preparati bene. Evitare di usare prodotti considerati “stranieri” per la cucina italiana come la panna per preparare la carbonara o dei sughi in polvere. Avere costanza perché molti danno il massimo all’inizio ma poi si lasciano andare. Bisogna essere costantemente professionali e nel tempo.
Quanto i social media aiutano il campo della ristorazione?
Danno un grande apporto pubblicitario e di marketing perché alimentano il passaparola anche se a volte possono diffondere notizie false.
Quanto i social media aiutano il campo della ristorazione?
Danno un grande apporto pubblicitario e di marketing perché alimentano il passaparola anche se a volte possono diffondere notizie false.
Come ha accolto il nostro riconoscimento di Eccellenze Italiane?
In una maniera strepitosa. Non mi aspettavo così tanto entusiasmo e curiosità da parte della mia clientela. Quando abbiamo fatto la presentazione al ristorante del riconoscimento i clienti hanno cercato notizie al riguardo. Erano contentissimi per noi. Questo ci motiva ad andare avanti nel nostro percorso e nel perseguire nuovi obiettivi.
Quali i progetti futuri dell’Isola di Maurizio?
Ampliare il locale e aprirne un altro in un paese vicino.
ID Anticontraffazione: 9062 | Mariangela Cutrone |