Il Ristorante Cavalieri: dalla Basilicata la tradizione italiana ad Anversa
Ogni giorno il signor Riccardo Brando dedica il suo tempo a soddisfare con meticolosa attenzione, creatività ed entusiasmo le esigenze della sua clientela che ama avventurarsi nella nostra nazione attraverso i suoi piatti gustosi e rivisitati in chiave moderna. A rendere il suo ristorante speciale vi è la sua genuinità, il senso di umanità che traspaiono nell’interazione con i suoi clienti.
In questa interessante intervista il signor Riccardo Brando ci racconta del coronamento del suo sogno di gestire un ristorante tutto suo è del suo continuo mettersi in gioco nella sua professione e nella vita perché essere ambiziosi è essenziale per diffondere al meglio l’eccellenza italiana all’estero.
Com’è nata l’avventura del ristorante Cavalieri, ci racconti la sua storia…
Mi sono formato alla scuola alberghiera in Italia. All’età di venti anni circa sono venuto in Belgio per fare dei lavori saltuari. Dopo tanti anni ho coronato il mio sogno di diventare ristoratore e ho aperto il mio primo ristorante nel cuore della città di Anversa nel Quartiere dei Diamanti. Era un bel ristorante ed esiste ancora. Poi ho conosciuto un noto chef italiano di Novara e abbiamo scoperto di avere le stesse vedute e obiettivi ed è venuto a lavorare da me. Nel ristorante nel Quartiere dei Diamanti eravamo un po’ limitati perché stando lì da anni dovevamo seguire la stessa filosofia e la stessa linea operativa e culinaria. Abbiamo trovato questo castello antico e ce ne siamo innamorati pensando di portare in questa location suggestiva la cucina italiana rivisitandola in chiave moderna.
Come mai la scelta del Belgio per diffondere il Made in Italy?
È stata pura casualità perché ero qui da anni per lavoro. Quando ero in Italia lavoravo solo saltuariamente. Qui, invece, ho avuto la possibilità di lavorare in maniera continua. Viaggiando in giro per il mondo mi sono reso conto che qui in Belgio la clientela è diversa. Dà molta soddisfazione e apprezza la cucina italiana e il nostro lifestyle perché noi italiani oltre a cucinare bene ci differenziamo per la nostra convivialità, umanità, la socievolezza che ci differenzia all’estero. Il pubblico apprezza tanto la nostra “italianità”. Ogni giorno abbiamo feedback positivi che ci motivano nella nostra missione di diffondere il Made in Italy.
Come può definire la sua cucina italiana?
È una cucina essenziale che presta molta attenzione ai prodotti utilizzati come la buona mozzarella, l’olio d’oliva, il pesce di qualità. Noi presentiamo la cucina italiana in una chiave moderna e completa perché i piatti sono preparati con cotture adeguate e abbinate con prodotti che integrano il piatto come verdure accostate con creatività. C’è un attento studio di accostamenti di sapori alla base dei nostri piatti.
E la carta dei vini com’è strutturata?
È una carta dei vini prettamente italiana che rappresentano l’Italia da Nord a Sud presentando tutte le regioni italiane. Offriamo una varietà di prodotti. Il cliente estero qui in Belgio si identifica molto nelle regioni che visita e assapora. Io sono lucano e cerco di fare assaggiare l’Aglianico che è tipico del mio territorio.
Che tipo di prodotti utilizzate per preparare le vostre pietanze?
Prodotti italiani. Io personalmente quando ritorno in Basilicata faccio il pieno di pecorino di Figliano, un paese del potentino. È un eccellente prodotto DOP e lo porto personalmente di ritorno dai miei viaggi nel territorio delle mie origini. Lo chef, invece, dai suoi viaggi in Piemonte si porta con sé la mortadella di oca che i nostri clienti amano tanto. Abbiamo anche forniture italiane molto efficienti e di qualità.
Il piatto di successo?
Noi offriamo tanti piatti. Cambiamo spesso il menu. Per esempio attualmente proponiamo le linguine al ragù di astice che è molto richiesto. Prepariamo un eccellente ossobuco alla milanese che in Italia è stato un po’ dimenticato. Qui invece è rappresentativo nella nostra cucina. La storia della ristorazione di italiana in Belgio è nata dalla tradizione della cucina casereccia e qui apprezzano molto le nostre tradizioni culinarie.
Secondo lei qual è la chiave del successo di un ristorante italiano all’estero?
Ci sono tanti i segreti. Innanzitutto la cucina italiana deve essere leggera e variegata che varia dalla pizza a alla preparazione sofisticata di un pezzo di selvaggina. Il nostro ristorante risponde a tutte le esigenze della clientela. Il mio ristorante può essere frequentato per un pranzo leggero e veloce o per una festa, un pranzo di lavoro. Bisogna essere multitasking ed essere vicini ai bisogni e alle esigenze della clientela. Il ristorante italiano soddisfa tutti e in più occasioni.
Immagino che non sia facile gestire un ristorante. Come si svolge la sua giornata tipo?
La mia giornata è molto lunga. Comincia con la sveglia alle 9. Controllo le ordinazioni, le prenotazioni sul nostro sistema on line. Controllo la parte amministrativa e poi mi occupo dell’ordine dei prodotti che mi ha preparato il mio chef la sera prima. Verso le 10 sono al ristorante e comincio la preparazione del servizio. La priorità è organizzare prima di tutto il menu del giorno. All’apertura, intorno a mezzogiorno, si avvia il servizio e lì comincia la vera e propria giornata a contatto coi clienti. Il pomeriggio si può finire alle 15 o alle 16. Ogni giornata è diversa. Alle 18, 30 si ricomincia con il servizio legato alla cena e tutto si ripete. Si sa quando si finisce ma non si sa quando si termina. La chiusura è prevista intorno all’1, l’1, 30.
om’è il suo rapporto col suo staff?
Nel mio rapporto con lo staff essenziale è il lavoro di squadra. È la cosa più importante. Bisogna mantenere tutti un livello di impegno e concentrazione perché le giornate sono lunghe.
Cosa le manca dell’Italia?
Sono anni che sono qui in Belgio. Mi manca il senso di umanità di noi italiani. Noi italiani siamo socievoli, ci emozioniamo per poco. L’italiano nutre l’interesse nelle piccole cose. La genuinità fa la differenza. Le origini e il contesto in cui vive inevitabilmente ci forgiano.
Quali sono i progetti futuri del Ristorante Cavalieri e del signor Riccardo Brando?
Noi siamo qui da circa due anni. Siamo impegnati anima e corpo in questo progetto. Sono ottimista per il futuro di questo ristorante. Aspiro ad ottenere riconoscimenti importanti nelle guide locali e non solo. Personalmente il Ristorante Cavalieri rappresenta un ponte per realizzare il progetto di altri ristoranti che vorrei aprire. Non è un punto di arrivo il Ristorante Cavalieri. Sono una persona molto ambiziosa. Non mi piace fermarmi mai. Continuo sempre a mettermi in gioco nella vita e nella mia professionalità.