Pizzeria Napoli nel Cuore a Leeds: l’arte della pizza insita nel nostro Dna
Grazia ha creato questo ristorante - pizzeria perché lei, come la sua famiglia, l’arte culinaria italiana ce l’ha nel cuore ed è insita nel suo Dna. Presso Napoli nel Cuore si respira un’aria calorosa e familiare. Grazia Rea ama guidare ed educare i suoi clienti nella scelta di piatti prelibati che rispettano a pieno le tradizioni della nostra nazione.
Il suo lavoro viene svolto con passione e professionalità ogni giorno. Conversando con lei il suo amore per il Made in Italy e l’orgoglio delle sue origini partenopee emerge con vivacità. Ne è testimonianza questa interessante intervista che ci ha rilasciato in esclusiva per noi in cui racconta la sua esperienza di promotrice dell’arte culinaria all’estero.
Com’è nata l’idea di diffondere il Made in Italy nel Regno Unito?
Mio marito è un importatore di italian food e vino. È il fondatore della Saviano Food Import. Quando ci siamo trasferiti qui nel Regno Unito, ci siamo subito resi conto che la cultura della cucina italiana qui a Leeds, rispetto a Londra, non era molto diffusa. Se volevamo andare a mangiare una pizza fuori non c’erano pizzerie italiane adeguate. Abbiamo cominciato a diffondere la mozzarella vera, il pomodoro fresco e tutti i prodotti per fare la pizza con la Saviano Food Import. Successivamente ci siamo attivati per creare una vera pizzeria italiana dal nome “Napoli nel Cuore”.
Come mai il nome “Napoli nel Cuore”?
Abbiamo scelto questo nome perché amiamo la pizza. La tradizione della pizza è nel nostro cuore.
Che tipo di riscontro ha avuto la pizza italiana sul popolo di Leeds?
Non le nego che all’inizio è stato molto difficile diffonderla. Qui era diffusa la pizza croccante. Quella napoletana invece è soffice e leggermente bagnata perché utilizziamo il fior di latte e la mozzarella di bufala. Qui in Inghilterra il Made in Italy purtroppo non è protetto. Per la mozzarella, ad esempio, i ristoratori utilizzano preparati che non hanno nulla a che vedere con la vera mozzarella che prediligiamo noi. Altrove si mangia spesso ciò che non è scritto nel menù. All’inizio la gente ci chiedeva la pizza col pollo o con l’ananas. Noi non abbiamo mai ceduto a queste richieste. Qui da noi si mangia solo la vera pizza napoletana. La colpa è di molti ristoratori italiani che hanno diffuso nel Regno Unito ciò che non è assolutamente italiano. Hanno importato una cucina adattata ai gusti degli inglesi. È negativo ciò perché così non si vanno a rispettare le tradizioni autentiche della nostra nazione. C’è troppa ignoranza. L’inglese necessita di essere educato.
Come definirebbe la cucina del Ristorante Pizzeria Napoli nel Cuore?
La nostra è una cucina di qualità che rispetta le autentiche tradizioni italiane. Alla base c’è l’esperienza che la mia famiglia ha maturato nel corso degli anni. Vengo da una famiglia di pizzaioli che si tramanda questo mestiere di generazione in generazione. Noi amiamo fare la pizza. Utilizziamo il lievito madre. Importiamo una grande varietà di prodotti provenienti direttamente da Napoli. La pizza non è solo mischiare acqua e farina. Bisogna conoscere l’ambiente in cui si produce e altri fattori che subentrano quando si prepara l’impasto. Bisogna tutelare la pizza. Noi ci teniamo ad essa perché è patrimonio dell’Unesco, rappresenta la nostra cultura all’estero.
Che tipo di clientela frequenta Napoli nel Cuore?
È una clientela variegata che spazia dai giovani alle famiglie. Noi amiamo le famiglie e garantiamo loro un ambiente in cui sentirsi accolti come se fossero a casa loro o in italia. I nostri clienti ci amano perché siamo cordiali e umani.
Quali sono i fattori che determinano il successo di un ristorante italiano all’estero?
Offrire la qualità attraverso la scelta di prodotti autentici. Bisogna essere cordiali ed essere sempre educati. Armarsi di tanta pazienza. Insistere se qualcosa non è andato bene. Mai adattarsi, mai cambiare le proprie tradizioni. Bisogna saper comunicare coi clienti, spiegare quello che si prepara e si va a gustare. Questo significa prendersi seriamente cura del proprio cliente.
Quali sono i piatti più richiesti dalla sua clientela?
Gli scialatielli mari e monti è il piatto più richiesto. Prima non erano conosciuti qui nel territorio di Leeds ma hanno subito ammaliato gli inglesi per il sapore autentico della pasta fresca, i funghi di qualità e il pesce fresco. Amati sono due tipi di ravioli che prepariamo: uno ripieno all’astice e l’altro ricotta e spinaci. Per questo piatto prelibato di ravioli prepariamo due tipologie differenti di salsa: una salsa di carciofi e l’altra di zucca. Le garantisco che sono richiestissimi. Gettonati sono anche gli spaghetti con le vongole e il “cuoppo napoletano”. Siamo stati i primi ad introdurlo. Non è altro che il misto di fritto di mare con calamari, gamberoni, baccalà condito con limone e sale. Poi c’è la variante con fritto misto di crocchette, zeppoline, arancini e frittelle. A Napoli viene mangiato per strada. Per i bambini prepariamo le polpettine tipiche alla napoletana.
Come Napoli nel Cuore è vicina alle esigenze di chi ha delle intolleranze o chi è vegano o vegetariano?
Non offriamo la pizza gluten free perché conosco i rischi della contaminazione. Per ora ho solo un forno. Posso offrire in alternativa la pasta gluten free a richiesta. Per quanto riguarda i vegani offro tanti prodotti come la mozzarella vegana, le noccioline. Abbiamo più di una pizza vegetariana. Separiamo attentamente gli ingredienti.
Com’è strutturata la carta dei vini del suo ristorante?
Offriamo solo vino di qualità di 12, 5 vol. i nostri vini sono scelti attentamente e con professionalità per garantire il meglio del mercato italiano vinicolo ai nostri clienti.
Che tipo di rapporto ha con il suo staff?
Non mi piace chiamare “staff” il mio personale. Noi siamo la “famiglia di Napoli nel Cuore”. Con le persone che lavorano con me ho un rapporto splendido basato sul dialogo e il rispetto reciproco. Chi lavora qui si deve sentire accolto. Bisogna essere educati, solidali e collaborativi.
Quali consigli darebbe a chi vuole intraprendere il suo stesso lavoro?
Non dimenticare mai le proprie origini, da dove veniamo e chi siamo. All’estero dobbiamo diffondere il vero Made in Italy tutelando la sua autenticità. Non bisogna arrendersi mai. Arrendersi è da vigliacchi.
Che tipo di rapporto hai con i social media per la promozione del suo ristorante?
Non me ne occupo io personalmente. A me non piace interagire sui social. Preferisco il contatto umano di persona e il passaparola. Delego questo compito a mia figlia. È lei che li cura. I social media sono molto seguiti dalle nuove generazioni ma bisogna pensare anche alle generazioni precedenti.
Progetti futuri?
Siamo un po’ preoccupati per la Brexit. Temiamo che ci siano problemi nelle importazioni. Il mio sogno è aprire un’altra pizzeria e realizzare una scuola di pizzaioli qui a Leeds come ce l’abbiamo già a Napoli. C’è bisogno di costante formazione e aggiornamento in questo settore.
ID Anticontraffazione: 9573 | Mariangela Cutrone |