Ospedali Dipinti: ricreare un “ambiente emozionale” per valorizzare il valore umano in ospedale
Con questa iniziativa gli ospedali pubblici non spendono un solo euro per la decorazione dei reparti, perché il tutto è frutto di una donazione, del contributo solidale delle persone, aziende locali, gestita con tanta passione dalle Onlus. La raccolta fondi delle Onlus è promossa sui canali social e su internet.
Dal 2011 ad oggi, Ospedali Dipinti ha trasformato oltre 1300 mq di tutto il Reparto di Radioterapia dell’Ospedale Policlinico Gemelli di Roma, portato un’immagine di allegria a tutto il reparto di Radioterapia Pediatrica dell’Ospedale Ruggi D’Aragona di Salerno, trasformato in un bosco incantato il corridoio di 140 mq dell’Ospedale Regina Margherita di Torino, ambientato in un acquario il pronto Soccorso di Novara.
Ospedali Dipinti significa ricreare un “mondo a colori” e un “ambiente emozionale” che consente ai pazienti di affrontare meglio il proprio percorso di guarigione in un luogo come quello dell’ospedale che spesso sottovaluta l’aspetto umano.
Il Presidente della Repubblica Mattarella ha persino scritto una lettera di apprezzamento e ringraziamento per il progetto all’artista Silvio Irilli e di recente Italo è diventato il partner ufficiale del progetto, impegnato a raccogliere fondi per la realizzazione di dipinti negli ospedali di tutto il suo network.
Di Ospedali Dipinti ce ne parla in questa interessante intervista l’artista ideatore del progetto, Silvio Irilli e lo fa lasciando trasparire molta passione e creatività per quello che fa col cuore e generosità.
Come e quando è nata l’idea di creare il progetto “Ospedali Dipinti”?
L’idea nasce tra il 2011 e il 2012 dalla richiesta da parte del Policlinico Gemelli di Roma per un corridoio che doveva essere realizzato nel reparto di radioterapia per bambini. Si è subito ottenuto un riscontro positivo, sia da parte dei piccoli pazienti che dei medici e del personale ospedaliero. Motivato da questo risultato ho voluto elaborare un progetto a tema per gli ospedali finalizzato alla trasformazione degli ambienti di radioterapia, pediatria , oncologia affrontando tematiche specifiche, al fine di creare un percorso di interazione con i pazienti.
Solitamente nella realizzazione delle sue creazioni cosa lo ispira?
Solitamente le realizzazioni partono da un colloquio realizzato con dottori e onlus, cooperative sociali che prendono in carico il progetto. In questo colloquio discutiamo sulla tematica da affrontare ed elaboriamo le idee. Si parte da una ricerca del tema mirato e poi si passa ad abbozzare il progetto vero e proprio. L’ ispirazione può arrivare in qualsiasi momento della giornata.
Per lei cosa significa diffondere “un mondo a colori” in un ambiente come l’ospedale che spesso sottovaluta il fattore umano?
Il nostro obiettivo principale è proprio quello di far sentire umano il paziente. Un ospedale non deve essere un luogo triste. I sogni di un bambino devono continuare anche all’interno di un ospedale. Bisogna ricreare un ambiente sereno e colorato. Consentire ai bambini di sentirsi in un ambiente in cui è diffuso il senso di umanità.
Cosa intende per “ambiente emozionale” come risultato delle sue creazioni?
La percezione di un “ambiente emozionale” è come quando si entra in una sala affrescata, in un ambiente che deve abbracciare il paziente e farlo interagire in un’altra dimensione. Bisogna far comunicare ed emozionare il paziente, dandogli la possibilità di esprimere il suo lato umano.
Qual è la parte più soddisfacente del suo lavoro creativo?
Quando ci ringraziano per il lavoro svolto. Ci fa sentire importanti e utili.
C’è una creazione in particolare della quale ha un ricordo indelebile?
Girando per l’Italia ogni volta entro in contatto con fondazioni e onlus che raccolgono fondi per la realizzazione delle opere. Dietro esse c’è sempre una storia particolare. A volte dietro c’è gente che ha perso i propri cari e che riesce a trovare il coraggio di reagire. Ogni volta mi immedesimo in queste storie speciali. È toccante dal punto di vista emozionale. È inevitabile intrecciare rapporti significativi con le persone coinvolte. Quando stavamo lavorando al Pronto Soccorso di Novara, essendo un luogo sempre operativo, eravamo circondati da bambini e genitori che si avvicinavano alle applicazioni alle quali ci stavamo dedicando. Esse suscitavano emozioni intense. Come per magia queste persone sorridevano, riacquistavano serenità. È stato emozionante assistere a ciò.
La cromoterapia si sta molto diffondendo in Italia perché il colore è in grado di suscitare emozioni positive che accelerano e sostengono il processo di guarigione… Lei cosa pensa al riguardo?
È un discorso molto delicato. Il colore agisce dal punto di vista psicologico. Può aiutare il paziente a superare alcune fasi della degenza. A noi interessa far star bene i pazienti e le persone, per noi è un grandissimo risultato. Essere accolti in un ambiente che trasmette emozioni positive è di grande supporto psicologico.
Quali consigli darebbe ad un artista che vuole mettere a disposizione del sociale la sua arte?
Ci vuole passione e spirito di sacrificio. Bisogna portarsi dietro sempre una valigia carica di tanta umiltà. Essere curiosi e continuare a fare ricerca in tutto e per tutto anche nei momenti meno probabili. Ogni momento della giornata può essere utile per cogliere un’ispirazione inedita.
Progetti futuri…
Nel prossimo fine settimana andiamo ad effettuare una seconda opera nell’atrio del Pronto Soccorso dell’Ospedale Pediatrico di Novara. Al progetto si stanno avvicinando tantissime aziende come Italo con la quale stiamo attuando un’iniziativa molto bella arrivando negli ospedali che fanno parte del suo network. È un progetto molto interessante che coinvolge direttamente tante persone. Abbiamo in corso diverse trattative con molteplici ospedali. Ci sono tante richieste e questo ci fa molto ma molto piacere.
Mariangela Cutrone |