Made in Italy: i grandi classici della cucina italiana in Liechtenstein
Dal Golfo di Napoli ai castelli medievali del Liechtenstein, piccolo principato incastonato tra Austria e Svizzera. Lo scenario è cambiato parecchio nella vita di Giovanni Pennarelli, ma la sua cucina è sempre fedele alla grande tradizione italiana. Del resto, lo dice chiaro anche il nome del suo ristorante, Made in Italy, a indicare che quando si mangia lì è come sedersi a tavola in Italia.
Giovanni, come comincia la sua storia in cucina, ma soprattutto, come finisce un napoletano in Liechtenstein?
«La mia passione comincia da bambino: adoravo guardare mia nonna ai fornelli e da lei ho imparato le basi. Poi ho fatto la trafila “solita”: ho frequentato l’istituto alberghiero, cominciato a fare le stagioni nei ristoranti girando in tutta Italia, e anche in Europa. Inghilterra prima, poi Svizzera e da lì, visto che è vicinissimo, è stato un attimo trasferirsi in Liechtenstein. Ormai sono qui dal 2000 e ho aperto il mio ristorante nel 2012».
“Made in Italy”, cosa c’è dietro la scelta di questo nome?
«Volevo esprimere un concetto abbastanza semplice: siamo un piccolo ristorante italiano, una tipica trattoria oserei dire. Non abbiamo un menù elaboratissimo, ma quello che serviamo lo facciamo benissimo. A pranzo offriamo uno o due piatti del giorno e di solito ci soffermiamo sui grandi classici. Così è anche la sera, dove però proponiamo tre portate, a scelta tra carne, pesce e opzione vegetariana. La semplicità sta anche e soprattutto nel seguire la stagionalità e quindi nell’usare materie prime fresche e quindi ricche di sapore».
Com’è composta la clientela del suo ristorante?
«Abbiamo soprattutto clienti fissi, gente del posto che si è affezionata alla nostra cucina e anche a noi. A pranzo serviamo soprattutto le persone che lavorano nelle banche e negli uffici qui intorno, la sera invece arrivano più le famiglie. Gestiamo tutto in tre persone, il mio socio sta sempre in sala, io invece faccio la spola tra fuori e dentro la cucina dove c’è una bravissima ragazza che mi aiuta. Abbiamo 32 coperti d’inverno, che arrivano a 45 con la bella stagione, quando possiamo sfruttare la terrazza che abbiamo appena aperto».
Qual è il vostro piatto più venduto
«In menù abbiamo molti grandi classici, seguendo la stagionalità spaziamo molto, ma c’è un punto di riferimento fisso per noi e per i clienti. Sono le nostre lasagne: prepariamo la sfoglia in casa e la condiamo in maniera molto semplice, con sugo alla bolognese e mozzarella, senza aggiungere besciamella. I nostri clienti apprezzano molto anche le cozze, che serviamo in sautè, o in zuppa, alla napoletana, oppure con la pasta».
A proposito di stagionalità e freschezza, come vi approvvigionate delle materie prime?
«Dall’Italia importiamo direttamente la mozzarella di bufala e alcuni superalcolici. Per il resto del fresco, come frutta, verdura, e carne, ci riforniamo qui, scegliendo prodotti di qualità da fornitori fidati. Così è anche per il pesce, che prendiamo qui, ma proviene dall’Italia».
Qual è invece la caratteristica che vi rende unici?
«Il rapporto speciale con i clienti. Ormai siamo in confidenza con tutti loro, li chiamiamo per nome, compresi i parlamentari del Liechtenstein e i giocatori del Vaduz (la squadra di calcio locale, ndr). Tecnicamente non ci sarebbe bisogno nemmeno del menù, lo teniamo solo per esigenze tecniche. È per questo che la gente continua a venire da noi».
Cosa c’è nel vostro futuro, pensate a ingrandirvi o ad aprire un nuovo locale?
«Il nostro obiettivo è migliorarci di continuo, per quello che riguarda i piatti o il locale stesso, come abbiamo fatto con la terrazza. Non credo apriremo un nuovo ristorante, siamo già abbastanza impegnati con questo e non faremmo le cose perbene».
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