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Com’è nata l’idea di aprire il suo locale in Belgio?
La storia nasce dal mio vagabondare per l’Europa. L’ho girata un po’ tutta e poi mi sono stabilito qui in Belgio perché mia sorella viveva qui da tanti anni. Ho poi iniziato a lavorare in questa enoteca con cucina e dopo due anni l’ho rilevata.

Come definirebbe la sua cucina?
La mia è una cucina molto classica. Essendo un’enoteca con cucina noi presentiamo solo antipasti, primi e dessert; non proponiamo nessun secondo. Gran parte della nostra cucina è concentrata sulla pasta, rigorosamente fatta in casa da noi. Cucina classica dai sapori italiani, dal nord al sud. I nostri piatti li usiamo come suggestione per far affiorare gusti del territorio, soprattutto quelli del sud da dove provengo io.

Le materie prime le importi dall’Italia?
Sì esattamente, circa il 50% delle nostre materie prime provengono direttamente dall’Italia e per il resto ci affidiamo esclusivamente a fornitori in loco ma che importano prodotti italiani in Belgio.



Com’è strutturata la sua idea di enoteca con cucina?
Allora partiamo dai vini, nella nostra carta sono presenti bottiglie esclusivamente italiane. Abbiamo una selezione che copre tutto il territorio, partiamo dal Trentino e finiamo in Calabria. Certo alcune hanno più referenze ma solo in base alla loro grandezza e varietà di territorio. Per esempio dai proprietari precedenti, che erano emiliani, abbiamo ereditato molte varietà di Sangiovese. Adesso abbiamo anche ampliato la nostra cantina, abbiamo deciso di puntare a dei vini un po’ più corposi come potrebbero essere certi vini del sud. Abbiamo fatto questa scelta soprattutto in base alla nostra clientela che preferisce e richiede questi gusti un po’ più forti. Poi, inoltre, prima del Covid organizzavamo dei workshop; nel nostro ristorante noi lavoriamo con la cucina aperta, a vista, perciò i clienti erano incuriositi dal vederci lavorare e hanno richiesto questo servizio. Classi piccole sulle 20 persone dove cercavamo di insegnare quanto più sulla pasta e le nostre tradizioni.
Essendo un’enoteca, quali sono i vostri vini che vanno per la maggiore?
Diciamo che prima di tutto si segue la stagione. Nel periodo estivo va molto il vino bianco, da quello frizzante a quello secco in quanto rimane più fresco e leggero. La popolazione belga poi è abituata a fare dei lunghi aperitivi in quanto il sole durante l’estate tramonta tardi verso le 23 perciò il vino bianco tende ad essere la scelta preferita.


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Invece per quanto riguarda i piatti, quali sono le vostre specialità?
Il nostro è la pasta fresca. In menù abbiamo tagliatelle al ragù proprio classico bolognese, cannelloni e gnocchetti… poi il venerdì e il sabato facciamo pesce, perciò proponiamo anche primi a base di pesce. Poi dipende dalla richiesta della clientela, ci sono settimane in cui vanno di più i cappelletti e altri in cui devo fare invece molti più gnocchi. Diciamo poi che da amante della pasta mi piace anche molto cucinarla; perciò sono solo che contento quando c’è tanta richiesta.

Quale consiglio darebbe a chi volesse aprire un locale all’estero?
Secondo me se vuoi solo entrare in questo mondo accontentandoti allora puoi anche farcela in poco tempo, ma non avrai mai delle vere soddisfazioni. La vera sfida è insegnare alla clientela straniera in modo serio come si mangia la pasta, come noi italiani mangiamo la pasta, come va preparata e soprattutto insegnare l’uso di prodotti di qualità in quanto se non si usano materie prime di qualità il risultato potrà anche essere decente ma non sarà mai buono. Per questo importo prodotti direttamente da Napoli per esempio o da altre parti d’Italia. L’idea è di cercare per quanto possibile di trasmettere la nostra cultura con serietà e passione.



Come viene percepita la nostra cucina in Belgio?
Io faccio sempre il paragone con la mia clientela, che nel mio caso è medio-alta, e devo dire che molti di loro hanno una casa per le vacanze in Italia e sono perciò più abituati alla nostra cucina. Non si sorprendono perciò quando gli presento la pasta bella al dente o gli presento un piatto magari più regionale e particolare. Purtroppo ci sono ancora clienti che non riescono a capire la nostra cultura e tagliano gli spaghetti “colpendomi dritto al cuore”.

Ha qualche progetto per il futuro?
Pur essendo aperti da poco diciamo che c’è già l’idea di aprire qualcos’altro ma non in Belgio. L’idea sarebbe di provare di nuovo l’Italia anche se potrebbe essere più complesso che non aprire un altro locale qui. Credo che l’idea venga da una necessità tutta italiana, ad un certo punto dobbiamo tornare a casa. Poi io sono di Napoli, perciò, di base siamo molto legati alla nostra terra, anche banalmente per una questione di clima.  


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