Fiammetta Lisbona: l’amore per la tradizione italiana in Portogallo
La passione per la cucina della loro terra di origine, la Toscana, e la loro dedizione al lavoro furono gli elementi che portarono questi tre giovani ragazzi a scrivere il futuro del loro ristorante: Fiammetta.
Questa bottega, nata ed ancora oggi gestita come una piccola realtà famigliare, da oltre 74 anni è punto di incontro di palati nostalgici, cacciatori di sapori tradizionali, turisti curiosi e clienti affezionati. Fiammetta raddoppia dal dicembre 2017 con l’apertura del nuovo locale a Lisbona, in Portogallo, gestito da Ludovica Rocchi fedele alla tradizione e alla missione famigliare. Nel ristorante Fiammetta a Lisbona è possibile assaggiare piatti gustosi che rispettano la tradizione e la qualità italiana. Oltre al Ristorante, Fiammetta dispone di un negozio gourmet in cui offre un’attenta selezione di autentici prodotti Italiani di esclusiva origine artigianale. Dopo un passato professionale nel campo della moda Ludovica Rocchi ha deciso di intraprendere questa nuova avventura motivata dalla passione e dall’amore per la sua terra d’origine e grazie ad uno staff collaborativo e altamente professionale.
In questa esclusiva intervista, Ludovica Rocchi ci rivela i segreti del successo di Fiammetta anche a Lisbona
Com’è nata l’idea di aprire Fiammetta in Portogallo?
Fiammetta risale al 1944 durante la seconda Guerra Mondiale, ed è un locale gestito dalla mia famiglia da generazioni. Per 15 anni ho lavorato nel campo della moda, dopodiché mi sono trasferita in Portogallo e mi sono resa conto che c’era spazio sul mercato per l'attività che avevo in mente. In questa terra ci sono molti ristoranti italiani ma nessuno ha una realtà come la nostra, che rispetta la cucina tradizionale e la vendita al dettaglio dei prodotti tipici italiani. Ogni volta che volevo organizzare una cena con gli amici ed ero alla ricerca di prodotti tipici italiani come il guanciale, mi era difficile reperirli. Anche per questo motivo diamo la possibilità perfino agli altri ristoranti italiani di reperire i prodotti di cui hanno bisogno.
Come vi ha accolto il popolo portoghese?
Molto bene perché si rendono conto che quello che proponiamo è un format differente, creato su veri valori italiani e sulla tradizione. Si rendono conto che in cucina non ci sono stranieri ma siamo tutti italiani. Quello che mi dicono quando vanno via è che si sono trovati benissimo come se fossero stati in Italia.
Come si può definire la cucina di Fiammetta?
È una cucina che propone i piatti tradizionali affiancandoli a ricette più elaborate, studiate insieme al nostro giovane chef venticinquenne Armando Capocci. Nonostante la sua giovane età ha molta esperienza nel settore. Ha lavorato in ristoranti Michelin a Parigi e in Italia. La nostra è una cucina che utilizza solo prodotti stagionali. Abbiamo studiato 4 menù distribuiti nell'arco dell'anno. Quello che proponiamo è cibo fresco, genuino e di qualità.
Quale piatto consiglierebbe a Eccellenze Italiane?
Abbiamo creato un piatto per la stagione stiva. Abbiamo scoperto che piace tanto sia ai portoghesi che agli italiani. Si chiama Tagliolino Fiammetta ed è un tagliolino al ragù con pomodoro secco sott’olio accompagnato da stracciatella e bottarga. È un accostamento molto gradito dalla nostra clientela.
Avete anche uno spazio dedicato alla caffetteria. I dessert o dolci più richiesti?
Dicono di noi che prepariamo un ottimo tiramisù. Consiglio anche una panna cotta abbinata a pesche candite, e cannoli siciliani: pasta e ricotta sono preparate da noi. Immancabile è anche la torta di mele.
Quali sono le competenze che dovrebbe avere un ristoratore italiano all’estero?
Innanzitutto capire il paese in cui ci si trova prestando attenzione ai gusti e alle richieste della clientela. Bisogna avere la capacità di adattarsi e comprendere al meglio le abitudini alimentari del paese in cui si decide di diffondere il Made in Italy. Inoltre, non bisogna mai scendere a compromessi con quelli che sono i distributori di prodotti industriali. Noi, ad esempio, andiamo alla ricerca di piccoli produttori che ci possono fornire prodotti artigianali di qualità come il cioccolato, le conserve, la pasta, i formaggi e gli affettati. In caso contrario il rischio che si corre è scendere a compromessi con distributori industriali per risparmiare sui costi di spedizione, ma che non sempre garantiscono una buona qualità di ciò che vendono.
Com’è il suo rapporto con lo staff. Quanto conta il lavoro di squadra?
Tantissimo. Ho delle persone che si alternano all’interno del ristorante, poi ci sono i capisaldi che sono con me da quando ho cominciato questa avventura e senza i quali non avrei ottenuto questi risultati. A loro devo tantissimo. Le persone che lavorano con me sentono il progetto come parte della loro vita, qualcosa che ci accomuna e permette di superare tutte le difficoltà che incontriamo.
Immagino che la sua giornata sia impegnativa e da donna mutitasking. Com’è la sua giornata tipo?
Abbastanza complicata da quando c’è anche mio figlio. Passo la maggior parte del mio tempo all’interno del ristorante. Controllo la spesa, gli ordini delle merci, le disposizioni. Mi occupo soprattutto del customer care. Uno dei momenti clou è certamente l'aperitivo, dove serve essere organizzati e rapidi per permettere ai clienti di trovare sempre un ambiente confortevole e professionale.
Quanto i social media aiutano il campo della ristorazione?
Molto. Io ero abbastanza riluttante nonostante fosse mio marito a gestirli, ma sono fondamentali come mezzo di comunicazione con la clientela. I clienti consultano spesso i nostri social perché le persone amano taggarsi nei posti che visitano. Ogni volta che postano una fotografia per noi è importante, significa che si sono trovati bene.
Quali consigli darebbe ad un giovane ristoratore che vuole diffondere il made in Italy all’estero?
Avere tanta pazienza, rimboccarsi le maniche e portare avanti i veri valori della tradizione italiana. Non seguire l’esempio delle grandi catene che si spacciano per italiani ma non lo sono. Consiglio di cominciare con una realtà piccola e poi pensare ad espandersi.
C’è qualcosa che le manca dell’Italia?
In Portogallo si sta benissimo, lo devo ammettere, ma mi manca la famiglia. E mi manca anche la semplicità di fare una passeggiata in una città che non sia tutta in salita e discesa!
Progetti futuri di Fiammetta?
Pensiamo ad una nuova apertura. Stiamo già lavorando sul progetto ma non posso rivelare ancora nulla.
ID Anticontraffazione:9098 | Mariangela Cutrone |