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Ciò che colpisce e rimane impresso, e che invoglia a tornare in questo ristorante, è l’umanità e la positività che contagia chi decide di fermarsi a mangiare concedendosi ore di convivialità e relax in cui Beniamino con tanta professionalità e spontaneità invita i commensali ad assaggiare sapori autentici e rinomati.

Beniamino e il suo socio Michele non si fermano mai nel proporre piatti nuovi perché il loro motto è quello di non annoiare mai la propria clientela. Motivati dal successo che stanno riscuotendo vogliono aprire una seconda sede del Caffè Concerto incentrata sulla tradizione dello street food campano e pugliese fusi creativamente insieme. Di questo progetto e dei fattori di successo di un ristorante all’estero ci parla in questa intervista lo chef Beniamino Fusco.

Com’è nata l’idea di promuovere il Made in Italy con il Caffè Concerto?

Io e il mio socio Michele svolgiamo il lavoro di chef da tantissimi anni. Abbiamo maturato diverse e preziose esperienze in giro per il mondo. Sfiduciati dalla situazione economica italiana abbiamo deciso di trasferirci qui in Francia, motivati nel promuovere l’autentico Made in Italy. Caffè Concerto nasce dalla fusione della nostra passione per l’arte culinaria campana e pugliese. Il nostro ristorante si chiama “Caffè Concerto” perché per me che sono napoletano il “buon caffè” non deve mancare mai per scandire i momenti piacevoli della giornata. Il termine “concerto”, invece, richiama la musicalità del cibo. Per noi infatti la cucina è un autentico concerto di armonie fuse insieme.

Com’ è stato accolto il Made in Italy in Francia?

Benissimo. Abbiamo subito ottenuto un riscontro positivo. Stiamo ottenendo buoni e soddisfacenti risultati che ci motivano ogni giorno a continuare in questa nazione a diffondere il Made in Italy.

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Come potremmo definire la cucina del Caffè Concerto?

È una cucina che promuove le tradizioni culinarie del territorio delle regioni italiane. Provenendo entrambi dal Sud, io e Michele, (io dalla Campania e lui dalla Puglia), abbiamo voluto diffondere le ricette originali delle nostre terre d’origine. La nostra cucina però spazia anche negli altri territori regionali italiani presentando specialità che rispettano la stagionalità dei prodotti utilizzati. Il nostro menù varia continuamente. La pasta è fatta da noi come si faceva una volta in casa. La pizza rispetta la vera tradizione napoletana e l’impasto ha alla base una lievitazione lunga e accurata che rende lo rende facilmente digeribile.

Nella presentazione di un piatto per lei quanto conta l’aspetto estetico?

È fondamentale. Se lo dovessi esprimere con un numero sceglierei il numero 100. Il cliente deve sentirsi invogliato a mangiare. È vero che noi non siamo un ristorante gourmet ma ci teniamo tanto alla creatività nella presentazione di un piatto. Bisogna saper impiattare rendendo il piatto ordinato e suggestivo.

Quali sono i prodotti Made in Italy ai quali non rinuncerebbe mai?

L’olio, la pasta, gli ortaggi, i formaggi come il parmigiano. Siamo molto selettivi nella scelta dei prodotti. Ci teniamo alla qualità e non scendiamo a compromessi. Non ci facciamo problemi di prezzo. È come se non fossimo mai partiti dall’Italia quando selezioniamo gli ingredienti dei nostri piatti prelibati.

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Quali sono i piatti che dobbiamo assolutamente assaggiare?

Spaghetti con calamari e gamberi. Le linguine al nero di seppia. Risotto gamberi e asparagi. La pizza con burrata pugliese e crudo di Parma, i contorni a base di verdure e ortaggi di stagione. Ci tengo a precisare che ci rifiutiamo di utilizzare la pasta come contorno come fanno alcuni ristoratori italiani all’estero.

Com’è strutturata la carta dei vini del Caffè Concerto?

È una carta variegata che spazia da Nord a Sud, dal Piemonte alla Sicilia. Offriamo il meglio delle aziende vinicole italiane. Non possono mancare i vini pugliesi di cui Michele è un grande amatore. Il Lambrusco è molto bevuto e preferito qui all’estero.

Secondo lei un “bravo chef” quali competenze e capacità deve possedere?

Svolgo questo lavoro da tanti anni e sono del parere che lo chef al giorno d’oggi deve essere multitasking. È un lavoro che richiede tante capacità gestionali e creative. Un bravo chef deve saper contare su una squadra competente e deve saper instaurare un buon rapporto con il suo staff.

A proposito com’ è il suo rapporto con lo staff?

Noi possiamo contare solo su un personale italiano competente. Siamo molto coesi e compatti. Io e Michele trattiamo il nostro personale alla pari, non ci sentiamo superiori a nessuno. C’è rispetto reciproco. Siamo tutti collaboratori e anche parte di una famiglia.

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In base alla sua esperienza quali sono i fattori di successo di un ristorante italiano all’estero?

La sincerità, l’umanità, saper promuovere gli autentici prodotti italiani. Essere se stessi quando si è a contatto con la gente. Mantenersi genuini e naturali perché il cliente se ne accorge di questa spontaneità, percepisce se lo vuoi fregare.

Come si può definire l’atmosfera che si respira presso il Caffè Concerto?

E ’come mangiare in una casa di campagna in cui si respira un’ aria conviviale e familiare con bella musica come sottofondo. Qui da noi la gente deve poter trascorrere piacevoli ore conviviali e di relax. Io sono molto umano e solare con i miei clienti. Mi piace conversare e dare consigli su cosa e come magiare bene.

Progetti futuri del Caffè Concerto…

Vogliamo aprire un’altra sede del Caffè Concerto in cui offrire il meglio dello street food campano e pugliese fuso insieme.

ID Anticontraffazione: 9662Mariangela Cutrone


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