Napulé: un'eccellenza al cento per cento napoletana
Il segreto di una grande pizza sta nell’attesa. Quella di una lunga lievitazione, di almeno 24 ore, e quello ancora più lungo di una tradizione che dura da quattro generazioni. Raffaele Tromiro, pizzaiolo napoletano doc, del resto, pure ci ha messo del tempo prima di arrivare al top.
Ma alla fine proprio il tempo gli ha dato ragione: prima ha appreso dalla famiglia l’arte della vera pizza napoletana, poi ha girato il mondo grazie alla sua abilità, infine, in Svizzera, dopo aver lavorato alle dipendenze per cinque anni, ha aperto il suo gioiello, Napulé, pizzeria d’eccellenza a Meilen, sul lago di Zurigo.
Raffaele, com’è arrivato qui in Svizzera?
«Vengo da una famiglia di pizzaioli da quattro generazioni. Ho imparato prestissimo a preparare la pizza secondo la vera ricetta napoletana e poi le ho fatto da ‘ambasciatore’ in giro per il mondo. Dubai, Giappone, Russia. Da una chiamata all’altra sono arrivato fino a qui, dove ho lavorato come pizzaiolo alle dipendenze per cinque anni. Infine, nel 2015 mi sono reso conto che avevo bisogno della mia autonomia e ho aperto Napulé».
Che pizzeria è Napulé?
«Non abbiamo moltissimi coperti, arriviamo a 45, ma per fortuna abbiamo avuto degli ottimi feedback e dobbiamo lavorare su turni per soddisfare la nostra clientela. Siamo anche aiutati dalla location. Meilen, sul Lago di Zurigo, è una piccola perla della Svizzera. In totale, tra cucina e servizio, siamo 8 persone, tutte rigorosamente napoletane».
Che tipo di clientela servite, italiana o internazionale?
«Di tutto un po’, dipende molto dagli orari. Tra le sei e le otto di sera principalmente clienti svizzeri, che sono abituati a cenare più presto. Tra le otto e le nove le tipologie si accavallano, dalle nove in poi arrivano gli italiani, che amano prendersela comoda. E noi li accogliamo ben volentieri, restando aperti anche fino a mezzanotte».
Quali sono le pizze che vanno di più tra i vostri clienti?
«Le grandi classiche della tradizione napoletana. La margherita, la marinara e quella con salsiccia e friarielli. Sono tutte richiestissime, a prescindere dalla nazionalità di chi la ordina. Sarà perché l’impasto è a lunga lievitazione, ma anche per la qualità degli ingredienti. Tutti di origine controllata e garantita e di qualità top. A partire dalla farina, per finire alla mozzarella: arriva tutto dalla Campania».
Oltre alla pizza avete anche altri piatti napoletani?
«Prima della pizza i nostri clienti possono deliziarsi con i grandi antipasti della nostra tradizione. Il cuoppo di fritti, con le crocché e le frittelle, le frittatine di pasta e la mozzarella di bufala, originale casertana».
Avete anche una selezione di vini italiani?
«Certamente, al momento anche per i vini puntiamo molto sulla Campania. Abbiamo in carta una Falanghina, un Taurasi e un Lacryma Christi».
Cos’è che vi rende unici rispetto alle altre pizzerie italiane?
«Mi piace dire che mangiare la pizza da noi è come mangiarla a Napoli. Non solo per la qualità degli ingredienti, ma anche per l’ospitalità calorosa che sappiamo dare ai nostri clienti, garantita proprio dalle nostre radici partenopee».
Ha avuto dei riconoscimenti particolari?
«Il mio lavoro mi ha dato grandi soddisfazioni. Prima di aprire Napulé ho vinto diversi campionati mondiali della pizza. Nel 2014 sono stato nominato Cavaliere della Repubblica per benemerenze e ho ricevuto la laurea honoris causa in scienze dell’alimentazione dall’Università di Bologna. Quello di cui vado più fiero però è la Federazione Internazionale dei Maestri Pizzaioli, di cui sono fondatore e presidente. Un’istituzione attraverso la quale diamo formazione a giovani e meno giovani che vogliono fare questo mestiere».
Progetti per il futuro, magari voglia di tornare in Italia?
«Mi piacerebbe, ma non è nei piani per il momento. Anche perché oltre a seguire Napulé, ora devo pensare anche al mio ultimo progetto. Abbiamo aperto un food truck che serve la pizza a portafoglio e ne abbiamo un altro in produzione che presto comincerà a girare per le strade della Svizzera».
Chissà, magari il lungo viaggio di Raffaele Tromiro un giorno lo porterà di nuovo in Italia, forse proprio a bordo di un camioncino della pizza.
ID Anticontraffazione di Eccellenze Italiane n. 8372
Di Alessandro Giannace