Foto
Esterni del locale

La grande ruota della vita gira e a volte ci presenta delle occasioni che vanno colte al volo. Per Roberto Arena, chef dell’Antico Borgo Le Macine, è stato letteralmente così. Per lui ha girato la ruota di un vecchio mulino, che si trova a Novarello, il centro sportivo che ospita la squadra del Novara. In meno di un mese Roberto e la sua compagna Susanna sono passati dal gestire un bar con un piccolo servizio di ristorazione a condurre un ristorante gourmet che ha oltre 40 coperti.

«Prima avevamo il Cafè Angels a Novara - racconta Roberto - e siamo qui da maggio del 2018. Se ci siamo spostati è perché una sera venne a cena da noi il patròn del Novara De Salvo. Sapeva che avevamo intenzione di allargarci e ci chiese di prendere in gestione il suo antico mulino a Novarello. Sulle prime eravamo perplessi, pensavamo fosse una struttura troppo grande, ma dopo averla visitata rimanemmo folgorati da quell’atmosfera magica.

In un mese abbiamo smantellato il vecchio bar, portato quello che potevamo da lì e siamo partiti in questa avventura».






Come definireste il vostro nuovo locale?

«Un ristorante che vuole coniugare la tradizione con l’innovazione. Destrutturando, scomponendo e ricomponendo consistenze, forme e colori, (seppia diventa pallina nell’insalata di mare) utilizzando tecniche come il sottovuoto e le cotture a bassa temperatura. In questo mi ispiro molto a Marta Grassi, la chef di Novara con una stella Michelin con cui avrei sempre voluto lavorare. La nostra filosofia è offrire il miglior prodotto sul mercato, cucinato in maniera innovativa, rendendolo alla portata di tutti. Vogliamo che i nostri clienti compiano un’esperienza, che vivano quella coccola che gli manca nella vita quotidiana»

Foto
Insalata di mare 2.0

Può fare qualche esempio di questo “concept” attraverso i piatti che propone ai suoi clienti?

«Partiamo dal piatto che ha più riscontro di pubblico, lo spaghettone monograno Felicetti aglio, olio e gambero “fujuto”, proprio come lo dicono le nonne meridionali. “Fujuto”, in molti dialetti del sud vuol dire scappato: a questo spaghetto diamo il sapore di gamberi, senza che ci siano. Conferiamo l’aroma preparando una bisque primordiale (non legata) aromatizzata al limone. Infine, proprio come si fa al sud, guarniamo con una spolverata di “muddica” (la mollica di pane, ndr) con lime, per sgrassare e pulire. Abbiamo anche piatti più strutturati dal punto di vista tecnico, come il risotto al limone di sorrento con polvere di liquirizia Amarelli e crudo di gambero di Puglia. Oppure l’insalatina di mare 2.0, dove forme e consistenze sono completamente modificate: i calamaretti non sono bolliti, ma panati e resi croccanti, le seppie hanno la forma di una pallina, i pomodori sono confit, il basilico è in polvere e l’impiattamento è molto ordinato, quasi verticale. Dalla tradizione piemontese invece abbiamo mutuato il coniglio grigio di Carmagnola: qui viene cotto a bassa temperatura, servito con flan di peperone, panna cotta di robiola, fondo di coniglio, olive e chips di polenta. Passando ai dolci - tutti preparati da Susanna, cos’ come il pane e le sfoglie - invece, il più particolare è il cheesecake di gorgonzola con frutti di bosco e polvere di mirtillo, dove il gusto forte del formaggio viene bilanciato dall’acido e dal dolce degli altri ingredienti».



Com’è strutturata la vostra carta dei vini?

«Abbiamo più di 100 etichette, con le quali cerchiamo di coprire tutti i gusti, le tipologie e i territori. Serviamo il Gattinara, il Barolo di Cavallotto e Massolino, poi delle bollicine abruzzesi, abbiamo la tenuta Sant’Antonio per l’Amarone e tanto altro ancora».

In definitiva, cos’è che vi rende unici rispetto a tutti gli altri ristoranti?

«Bastano pochissime parole per dirlo: ci piace fare quello che facciamo» .

Ci sono progetti per il futuro?

«Al momento abbiamo 40 coperti, ma vogliamo allargarci un po’. A breve apriremo il soppalco sulla macina per offrire delle degustazioni e in più stiamo pensando a un dehors».

Foto
Selezioni di vini





ID Anticontraffazione: 4362Alessandro Giannace
.
Foto
notizie Maccarò, la passione culinaria partenopea di Maurizio Tortora conquista la Svizzera   Mangiare presso il ristorante Maccarò a Marais, in Svizzera, significa immergersi in un ambiente rigorosamente partenopeo in cui esplorare i sapori, gli odori e i colori esclusivi della Campania che Maurizio Tortora ha voluto ricreare con tanta minuzia e professionalità. Il ristorante ha quasi dieci anni e ha già riscosso tanto successo. Lo confermano le tante soddisfazioni e riconoscimenti che ha collezionato e di cui Maurizio è tanto orgoglioso. Il merito è da rintracciare nella qualità dei prodotti Made in Italy che sono alla base delle sue gustose specialità e alla passione che il suo staff ci mette nella “missione” di diffondere e tutelare l’autentica tradizione culinaria campana in Svizzera. È impossibile non lasciarsi tentare da una pizza napoletana eccellente che risulta facilmente digeribile e farcita con ingredienti genuini e di qualità. Oltre alla pizza il Maccarò è noto per la sua pasta fresca farcita preparata seguendo le ricette che si tramandano di generazione in generazione. Della sua passione per l’arte culinaria che l’ha reso un grande ristoratore all’estero e dell’importanza di contare su una squadra competente e collaborativa, ci racconta Maurizio Tortora in questa esclusiva intervista.
Foto
notizie Zibirù Una parentesi italiana nella movida di Bali
Foto
notizie Ristorante Riva: l’incontro della cucina spagnola e italiana in Germania Il ristorante Riva ha una tradizione che arriva da Mallorca in quanto il primo ristorante a portare questo nome è stato il primo locale aperto dalla coppia di proprietari. Il locale offre una cucina mediterranea a metà tra la tradizione italiana e quella spagnola utilizzando ingredienti di qualità tra cui un ottimo pesce. La cultura spagnola e quella italiana si incontrano in Germania nel ristorante Riva. Scopriamo qualcosa in più riguardo questo locale mediterraneo in questa intervista.