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Non solo vino!




Casa vinicola e cantina, agricoltura biologica, faunistica, gastronomia di eccellenza, birra agricola, ristorazione a chilometro zero, turismo ed eventi: siamo un piccolo grande mondo tutto da scoprire, un nome da sempre garanzia di accoglienza e qualità.





Il nostro segreto? Prenderci cura del territorio da più di mille anni.



La Tenuta di Torre a Cenaia, antica proprietà della nobile famiglia fiorentina dei Pitti, occupa un'area di circa 500 ettari nel comune di Crespina Lorenzana (Pisa), in Val Tora ai piedi delle colline pisane e a un passo da Pisa e Livorno, raggiungibili entrambe in pochi minuti grazie alla SGC Firenze-Pisa-Livorno (uscita Cascina in direzione Pisa, uscita Lavoria in direzione Livorno).
E' un piccolo grande mondo a sé in cui il tempo sembra essersi fermato e il paesaggio toscano esprime al meglio il secolare equilibrio tra uomo e natura. Dal suggestivo borgo di Cenaja Vecchia, raccolto attorno alla cappella di Sant'Andrea e alla caratteristica Casa Turrita attestata sin dal 1068, un tempo conosciuta come Castello di Cenaja, un lungo viale di cipressi immette nel cuore verde della Tenuta: campi coltivati, orti, laghetti e stagni, vigneti, boschi secolari, antichi casolari sparsi un po' ovunque a ricordare l'epoca in cui il lavoro della terra era condotto a mezzadria.
La riserva faunistico-venatoria offre un riparo e un luogo di sosta per molte specie di uccelli, che trovano negli ambienti acquatici della Tenuta l'ambiente ideale per vivere e riprodursi. Grazie a questo, Torre a Cenaia contribuisce al ripopolamento di specie autoctone nel territorio circostante: non è raro imbattersi in lepri e fagiani, che qui vivono indisturbati e per questo poco timorosi degli esseri umani.
I 30 ettari di vigneti esprimono il meglio di sé in vini dal deciso carattere toscano. In particolare, la presenza dei Monti Pisani che proteggono dagli influssi del nord, la vicinanza alla costa e la brezza marina che spira da occidente favoriscono la produzione dei bianchi e del Vermentino: il pluripremiato Cenaja Vermentino è da sempre il fiore all'occhiello della produzione vinicola della Tenuta. Ma anche il Sangiovese, il verace toscano 'sangue di Giove' coltivato nella varietà T9, e altri vitigni trovano nel suolo di Cenaia un luogo in cui allignare e fruttificare rigogliosi.
Oggi proprietà delle famiglie Terzi Coppini, Torre a Cenaia è una dinamica realtà che coniuga al meglio la sua storia millenaria e le sue tradizioni con le scommesse del futuro. Agricoltura biologica ed energia verde, enogastronomia di eccellenza, produzione di birra agricola artigianale, ristorazione a chilometro zero e turismo si sposano con l'originaria vocazione vitivinicola che costituisce il DNA di questo generoso e inimitabile angolo di Toscana.

  Tenuta Agricola Torre A Cenaia Via Livornese 55
56040 Cenaia (PI)
italia


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aziende agricole Vigneti Giacomo Boveri - Vignaioli Da Cinque Generazioni Sul Territorio

Giacomo Boveri

Le origini della mia azienda si perdono tra la fine del settecento e gli inizi dell’ottocento. Dalle ricerche che ho effettuato presso le locali anagrafi sono riuscito a risalire fino a Boveri Giovanni Antonio, mio trisnonno paterno, qualificato “contadino” nel certificato di morte, coniugato con Borasi Domenica, anch’essa contadina, nato nel primo ottocento. La documentazione a mie mani, peraltro, lascia supporre che anche i suoi antenati svolgessero l’attività di agricoltore che quest’ultimo ha così ereditato.

La particolarità della mia famiglia, che fortifica l’origine e la tradizione contadina dell’azienda ma, soprattutto, le sue origini autoctone, consiste nel fatto che discendo da Boveri sia da parte paterna che dal lato materno come si vede dalle fotografie che sono riuscito a recuperare.

I miei antenati...

Dal Giovanni Antonio sopra menzionato nacque Boveri Luigi (1861-1933), mio bisnonno e, da questi Boveri Giuseppe (1894-1958), mio nonno, fino a Boveri Piero, mio padre. Dal lato materno, anch’esso di discendenza Boveri, ho rintracciato Boveri Giorgio (1846-1928), marito di Lugano Annunziata, miei bisnonni, genitori di Boveri Luigi (1882-1951), fino a mia madre, Boveri Carla. Il ramo Boveri “materno” gestiva i propri possedimenti utilizzando l’istituto della mezzadria mentre il ramo familiare di origini paterne ha sempre gestito le proprietà con manodopera salariata regolarmente registrata come sto facendo io tutt’oggi.

A quei tempi, il ruolo dell’agricoltura e dei proprietari terrieri nello scenario economico erano ben diversi. Basti pensare che i miei antenati, nelle carte di identità, erano qualificati come “benestanti”.

Al termine degli studi di perito in telecomunicazioni, facendo una scelta in controtendenza per il periodo storico che stavo vivendo (era il 1988, quando un posto pubblico o presso una grande azienda era ai tempi facilmente accessibile e garantiva una vita tranquilla e senza rischi) ho preso la decisione di continuare la tradizione di famiglia, dedicandomi completamente alla gestione dell’azienda agricola di famiglia.


Col trascorrere degli anni ho impostato l’attività con l’intento di aumentare la superficie aziendale e migliorare le tecniche di vinificazione. L’obiettivo che mi sono sempre prefissato è stato quello di promuovere e sviluppare un prodotto legato al territorio. E’ per questo motivo che, tra le etichette che produco, oltre alla tradizionale barbera, ho voluto scommettere anche su vini quali il “timorasso” e la “croatina”, originari proprio delle colline ove si fonda la storia della mia famiglia, per lungo tempo abbandonati ma che ora stanno scoprendo una nuova giovinezza.

Dal 2010 Giacomo Boveri è stato affiancato in questo cammino dalla moglie Sara Bonadeo che ha lasciato la professione di avvocato, preferendo la socialità e la convivialità che solo il vino è capace di far nascere tra le persone. Dalla loro unione è nato Giovanni, attualmente sedicenne, studente liceale con la passione del calcio.