Societa' Agricola Sclavia
CATEGORIA: aziende agricoleID ANTICONTRAFFAZIONE N.4304
La nostra storia nasce dal sogno di Andrea Granito, medico osteopata, di tornare alla campagna dove era cresciuto, guidare un calesse come il nonno e vendemmiare con la famiglia.
Nel 2003, stregato dalla natura del luogo, comprò un pezzo di terra a Liberi e piantò due vitigni autoctoni millenari: il Pallagrello e il Casavecchia.
Dopo la prima vendemmia, il suo entusiasmo contagiò amici e parenti: l’avvocato Lello Ferrara e i fratelli Fortuna e Pasquale Mormile, lei con un passato nei beni di lusso, lui psichiatra. Con il passare degli anni la nostra famiglia si è allargata a una nuova generazione di amanti del vino: Carmen Granito, Lucia Ferrara e Andrea Cardillo
Oggi, per gestire l’azienda e suoi 14 ettari vitati, i soci sono affiancati da un team di tecnici esperti: gli agronomi Mario Pagliaro e Pasquale di Muccio, e l’enologa Anna Dalla Porta.
Tutti insieme lavoriamo per produrre un vino di qualità dalla vite alla bottiglia.
Le nostre vigne prosperano sui Monti Trebulani, a 500 metri di altezza. Su terreni di tufo e argilla, sono circondate da querce e castagni. Nei mesi caldi tra i filari si respira forte il profumo dell’uva, ma anche del biancospino, delle ciliegie e delle more che crescono a lato dei sentieri di montagna.
I nostri 14 ettari di fertile terra vulcanica sono divisi tra i diversi vitigni a seconda delle loro esigenze.
La lontananza da qualsiasi fonte di inquinamento garantisce la purezza del sapore inconfondibile delle antiche uve del Casavecchia e del Pallagrello.
Per creare del buon vino e proteggere la natura circostante, abbiamo investito nelle nuove tecnologie a basso impatto ambientale. Grazie al lavoro degli architetti Davide Vargas e Luciano Palmiero, nel 2011 è nata la nostra cantina. Una struttura con due cuori e un’anima.
La bottaia vista dal centro della stanza (view from the middle point of barrel room)
Una parte interrata, moderna e razionale, che ospita la lavorazione, la bottaia e i laboratori a più di 7 metri sotto il livello del suolo. Essenziale e funzionale, è predisposta per la lavorazione a caduta delle uve, che sfrutta la forza di gravità riducendo al minimo l’uso di pompe meccaniche. La bottaia che accoglie le barrique di rovere francese è costruita in cemento e tufo, materiale locale.