Sella Delle Spine
CATEGORIA: aziende agricole, viniID ANTICONTRAFFAZIONE N.6611
L'azienda Sella della Spine nasce nel 1970.
L'intento è quello di migliorare la qualità dell'Aglianico Taurasi con nuovi sistemi di sperimentazione monocolturale. Alla fine degli anni novanta, Luigi Caggiano, rileva l'azienda di famiglia, con la perseverante convinzione che l'uva, frutto nato dall' amore continuo ed incondizionato tra il territorio e l'uomo, è la magica 'Passione' che ti permette di realizzare quel vino, che deve, conservando i suoi segreti, esprimere delle inebrianti emozioni. Il terreno che magnificamente si adatta per i nuovi impianti è il sito Piano D'Angelo denominato 'Pietraforte' nel comune di Taurasi.
La particolare conformazione di questo appezzamento, a forma di sella di cavallo e le piante di rosa, che, come vuole la tradizione locale, crescono ai bordi dei vigneti, oltre che dare origine alla denominazione aziendale 'Sella delle Spine'. Come l'armonia che regna in una sana e grande famiglia, cosi gli addetti della Cantina, rispettando le naturali sinergie, operano, affinché dalla preziosa zolla che alimenta la pianta si arrivi alla realizzazione di un pregiato prodotto imbottigliato. Il terreno che magnificamente si adatta per i nuovi impianti è il sito Piano D'Angelo denominato 'Pietraforte' nel comune di Taurasi.
La particolare conformazione di questo appezzamento, a forma di sella di cavallo e le piante di rosa, che, come vuole la tradizione locale, crescono ai bordi dei vigneti, oltre a dare origine alla denominazione aziendale 'Sella delle spine', conferiscono particolari profumi alle impollinazioni. Il vino, un tempo detto 'Vitis Hellenica', e' considerato il miglior vitigno dell' antichità ed unitamente alla cura dei vigneti, alla selezione delle uve, alla vinificazione in purezza e all'invecchiamento nelle botti di rovere francese a rendere il Taurasi uno dei migliori vini Italiani. Come per il Taurasi, l'azienda è capace di produrre vini le cui caratteristiche rappresentano fedelmente la varietà di provenienza e il loro ' Terroir', vini dal gusto unico, capaci di ricreare antichi sapori e di mantenerli intatti nel tempo.
C'è un territorio antico, a metà strada tra Benevento ed Avellino. Un territorio dove i padri sono cresciuti tra distese di vigneti ed i figli ne hanno amato ogni pianta come un bene prezioso da conoscere, curare, conservare.
Questa è Taurasi. A breve distanza da Napoli: un'oasi verde, un territorio incontaminato che, da un lato guarda al decantato Vesuvio e, dall'altro, è memore delle gesta degli antichi sanniti. La caratteristica cittadina di Taurasi è situata nell'entroterra campano, domina la Media Valle del Calore, è uno spaccato di Irpinia da sempre sinonimo di vino di ottima qualità. Il rosso che si coltiva tra queste colline, il vitigno Hellenico, poi Aglianico, rappresenta la punta di diamante delle produzioni enologiche campane e del Sud Italia. Ha origine, qui, il nobile Taurasi che proprio dalla cittadina prende il nome.
Considerato uno dei più grandi rossi dell'enologia italiana, esso, è stato il primo vino in Italia meridionale a fregiarsi della D.O.C.G. Il pregiato vitigno giunge in Campania ancor prima della fondazione di Roma e, proprio a Taurasi, grazie al perfetto equilibrio tra clima e terreno ed all'antica e sana civiltà contadina, inizia a diffondersi trasformando la cittadina nella prestigiosa culla del Bacco irpino, oggi sede dell'Enoteca Regionale.
Una culla fatta di colline ondulate, di filari di vitigni che si lasciano ammirare a perdita d'occhio, fino a disegnare i confini immaginari di un orizzonte che non pone limiti alla fantasia. In questi luoghi, dove il tempo scorre lentamente, il rapporto tra la natura e l'uomo è divenuto sempre più forte, autentico, indissolubile. Un rapporto che fa crescere giorno per giorno, tra le genti di questa terra, la passione per quel patrimonio vitivinicolo che ha reso Taurasi 'la capitale ideale del vino campano'.
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Cascina Palazzo: due parole quasi in contrasto.
Sembra un gioco di uno scenografo teatrale: un palazzo signorile del ‘600 che spunta fra le colline dell’Alta Langa.
È un edificio completamente diverso dall’architettura tipica delle tradizionali cascine di Langa, perché fu costruito come residenza di campagna per una famiglia della nobiltà torinese.
Immaginiamoli, gli aristocratici torinesi barocchi, incipriati e imparruccati, salire sulla carrozza nel cortile del loro palazzo di città, dopo che i domestici avevano caricato i bauli, e partire verso le terre allora selvagge dell’Alta Langa.
È tempo di feste, di balli, di caccia, di quel breve periodo di villeggiatura spensierata che l’aristocrazia sabauda si concedeva fra gli affari e le guerre.
Nel 1915 il mio bisnonno Luigi acquista il palazzo da un discendente della nobile famiglia torinese e lo trasforma in cascina.
Immediatamente cambia lo spirito del luogo: non più feste e villeggiatura, ma il lavoro duro della campagna.
Pianta subito degli alberi di nocciole, ben 300, che colloca nei versanti di terreno più soleggiati.
All’inizio l’attività della cascina comprende anche l’allevamento di buoi da lavoro, l’animale più usato nella vita agricola del tempo. Mano a mano, con il progredire delle macchine e dei trattori, l’allevamento dei buoi si è ridotto, lasciando sempre più spazio alle nocciole.
Così mio nonno Alberto, poi mio papà Angelo hanno costantemente ampliato la superficie destinata alle nocciole.
Per chi nasce in una cascina dell’Alta Langa, le nocciole sono compagne di vita fin da bambino, prima per giocare ad arrampicarsi sugli alberi, poi per fare merenda con la torta di nocciole preparata dalla nonna.
Questa è stata la mia infanzia: andavo nel noccioleto con mio papà, che mi raccontava e mi trasmetteva le sue conoscenze su come lavorare e preparare il terreno, come potare i rami, come controllare gli insetti.
Adesso tocca a me. Insieme a mio papà Angelo, mia mamma Rosalia, mia moglie Elisa, e i miei figli Mattia e Andrea a cui sto insegnando come amare e prendersi cura delle nocciole.
Come ogni persona che mi ha preceduto, ho voluto dare il mio tocco personale a Cascina Palazzo: così ho deciso di aggiungere alla coltivazione e alla raccolta delle nocciole anche la tostatura e la lavorazione. Per ottenere la crema, la pasta, la granella, la farina di nocciole. Tutto fatto in casa. Da noi. Con le nostre nocciole.
Manuel Quazzo