Cave Du Vin Blanc De Morgex
CATEGORIA: agroalimentareID ANTICONTRAFFAZIONE N.3944
Dai vigneti più alti d'Europa nascono i vini bianchi del Monte Bianco
In passato il Blanc de Morgex et de La Salle era commercializzato dai singoli vignerons, con produzioni peraltro modeste che non garantivano una presenza costante sul mercato né una corretta divulgazione della complessiva immagine vitivinicola.
Alcuni stimoli interni, quali il giusto senso di orgoglio per le proprie tradizioni e la secolare abitudine al lavoro in gruppo nei villaggi alpini, ed esterni, quale la lungimirante azione di Don Bougeat, Parroco di Morgex fino al 1971, hanno dato spunto per la creazione della “Association des Viticulteurs”.
Nel 1983, a distanza di un decennio e sulle ceneri di questa, quale primo risultato della politica di sostegno e sviluppo della viticoltura valdostana attuata dalla Amministrazione Regionale, è stata fondata la Cave du Vin Blanc de Morgex et de La Salle, che ha successivamente preso possesso dei locali della nuova sede di Morgex, tecnologicamente all’avanguardia.
Nel primo decennio di attività di vinificazione la Cave du Vin Blanc de Morgex et de La Salle ha raggiunto pressoché il raddoppio del numero dei soci, attualmente un centinaio, ed incrementato del 100 la propria produzione, ora quantificabile in 140.000 bottiglie annue: una ulteriore conferma del successo di un cammino intrapreso ridando vita a vigneti ormai abbandonati sulle pendici del Monte Bianco, nel desiderio di non lasciar morire una secolare tradizione dei luoghi.
Certo, il dato produttivo può sembrare ridotto rispetto ad altre realtà vitivinicole, ma occorre ricordare che questo rappresenta oltre il 90 delle uve raccolte nei comuni di Morgex e La Salle, per un totale di 18 ettari di superficie, e, soprattutto, che le caratteristiche geomorfologiche del terreno presentano scarsa possibilità di espansione.
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E’ una questione di stileDa sempre viviamo secondo il presupposto che ciò che è buono per noi è buono anche per la terra. Dobbiamo cambiare le nostre abitudini di vita e rovesciare questo concetto, considerando buono per noi solo ciò che è buono per la terra. Senza dimenticare mai, inoltre, che le risorse della natura le abbiamo prese in prestito dalle generazioni future.