ALOISIO
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La storia di un paese che ha capito di essere una comunità „
Siamo consapevoli di aver fatto qualcosa di inusuale ma non crediamo di esserne coscienti fino in fondo, e badate, va bene così perché i sogni non vanno capiti, vanno vissuti.
Ci troviamo a San Giovanni delle Contee, nel fazzoletto di terra più meridionale della Toscana, uno di quei luoghi dove la natura, l’aria pulita e i panorami mozzafiato non mancano. Non mancano nemmeno i campi da lavorare, coltivazioni da sperimentare e casa da abitare. Il centro storico è molto carino, è tutto racchiuso in un pugno di case che si affacciano una davanti all’altra. Ciò che invece mancava (e parliamo volutamente al passato) erano i servizi essenziali, quelli per cui spesso dicevamo: “Va bene, bella la natura, belli i panorami e bello camminare all’aria aperta, ma dove si va ad incontrare un po’ di persone, come faccio ad ordinare un farmaco, e se voglio pagare un ticket? Ma se voglio rimanere qui a vivere che possibilità ho?”
Lo spopolamento degli ultimi anni, l’inevitabile depauperamento dei servizi essenziali con il progressivo aumento dell’età media della popolazione locale avevano trasformato San Giovanni delle Contee in un luogo che stava perdendo la sua vivacità.
Qui finisce la storia triste e inizia quella bella, inizia cioè dalla forza di volontà degli abitanti e dalla loro capacità di credere nelle idee, nella creatività e nella loro abilità di trasformare i punti di debolezza in punti di forza. Il riscoprirsi Comunità ha trasformato la teoria in pratica.
Qualche mese fa, senza non poche fatiche, è nata la Cooperativa di Comunità “San Giovanni delle Contee” con l’obiettivo di rimettere in piedi la storica Osteria del paese e di trasformarla in un luogo dove riscoprire i sapori genuini di una terrà incontaminata.
L’ Osteria presto aprirà i battenti, nel frattempo, la Comunità di San Giovanni delle Contee ha saputo intercettare una nicchia di turisti e ha reso percorribili alcuni camminamenti trekking fino ad oggi impraticabili.
La comunità soffriva della mancanza di alcuni servizi essenziali e la Cooperativa si sta impegnando all’attivazione di una “bottega della salute”.
Per San Giovanni delle Contee la nascita della cooperativa e l’idea di un progetto di valorizzazione del territorio ha voluto dire molto anche tra i ragazzi, alcuni dei quali erano pronti ad andarsene ma che hanno deciso di rimanere e di guardarsi intorno scoprendo che questo territorio può offrire delle opportunità.
Tra i tanti progetti in programma della Cooperativa ce n’è uno molto ambizioso, quello di riaprire l’antico forno situato nel cuore del centro storico. Per essere preparati a lavorare e trasformare i grani antichi alcune signore del paese stanno seguendo dei corsi di panificazione.
Tante altre cose potremmo raccontare ma per ora ci fermiamo qui e vi terremo aggiornati su tutte le nostre iniziative.
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SU DI NOI
STORIA e il luogo
“Tutta la nostra tradizione dal 1940, da quattro generazioni nell’antico palazzo Riario.
Nel centro storico di Caprarola nominata Uno dei borghi più Belli d'Italia”.
La nostra storia inizia nel secolo scorso, il lontano 1940, quando la nostra capostipide Giuditta, acquistò questo locale nel centro storico del suo paese, difronte alla chiesa del Duomo di San Michele Arcangelo, che si affaccia sulla storica Piazza del Vignola a soli pochi passi dal maestoso Palazzo Farnese. E’ in questo contesto che si inserì e nacque la così detta “prima bettola di Caprarola”. Lo spirito e la dinamicità di questo posto scandiva la tipica giornata paesana e rispecchiava le abitudini degli uomini di quel tempo, che la consideravano il punto di ritrovo della colazione della mattina presto prima di partire per lavorare nei campi, il pomeriggio per il “Quartino di vino e la gazzosa”, pasti semplici, poi il bar col gioco delle carte e gli stornelli dialettali, i primi programmi televisivi... fino ad arrivare ai primi pranzi domenicali dei forestieri fatti dalle tradizionali Fettuccine al Ragu, agli involtini al sugo.. Erano i lontani anni ’50, ’60 quando Giuditta e le sue figlie si adoperarono anche per i tipici pranzi dei matrimoni di quel tempo, fatti di lunghe tavolate, di famiglie compaesane, di “Brodo in stracciatella e Zuppa inglese”, di ballate e di quella allegria del dopoguerra che donava a tutta la festa un valore aggiunto.
Le generazioni si susseguono, i tempi cambiano e Angela (soprannominata Angioletta una delle figlie di Giuditta), giovane donna piena di tutto il suo carisma insieme a suo marito Bruno prosegue il tanto amato lavoro della mamma Giuditta ormai molto anziana. E’ a questo punto della nostra storia che la bettola si evolve grazie ad un impronta più ristorativa, diventando la “Trattoria del Cimino”. Del luogo si conserva ancora il clima famigliare
Un’altra generazione si introduce, la terza, è il figlio di Angioletta, Colombo che sin da piccolo respira i profumi di una cucina tradizionale e semplice e vive lo spirito di questo locale che a quel tempo già aveva racchiuso in sè parte della storia dei suoi personaggi. Colombo cresce in questo luogo che sa trasmettergli lo stesso spirito famigliare di una casa e qui nella ristorazione trova il suo futuro..
“Trattoria del Cimino da Colombo”
Tra le prime cose del luogo si conserva ancora il clima famigliare, anche nella gestione che ad oggi Colombo conduce insieme a sua moglie Maria Assunta, che grazie all’aiuto,agli insegnamenti della suocera e corsi di cucian con vari chef su tutti Lucio Pompili, prosegue e tramanda la tradizione della “pasta ancora stesa e lavorata a mano”, dei piatti tipici e dei prodotti locali, con aggiunta di piatti anche più ricercati .
Una ventata d’aria fresca arriva col figlio di Colombo, Samuele e la sua compagna Sara. Samuele che appassionato di enogastronomia, studia e continua a formarsi all’estero come sommelier, cura la carta dei vini, portando un po’ della sua esperienza e della sua intraprendenza nel ristorante dei suoi genitori, Sara anche essa appassionata di enogastronomia ma soprattutto di architettura e design cura l'aspetto e l'organizzazione del locale.. siamo alla quarta generazione.
Tutto questo sempre sotto l'occhio vigile dell'infaticabile Angioletta
LA NOSTRA FILOSOFIA:
il nostro veicolo è la dedizione per una cucina fatta di sapori tipici e prodotti di qualità.
Questo dà forma alla nostra pasta ancora stesa e lavorata a mano come un tempo che si unisce alle materie prime di qualità del nostro territorio, alle primizie di stagione che trasformiamo secondo il nostro estro, dalle proposte del giorno, ai dolci artigianali e di nostra produzione.
Ingredienti fondamentali sono la passione per il nostro lavoro e il rispetto per i nostri clienti che serviamo accompagnandoli in un percorso fatto di piatti che rispecchiano noi e tutta la nostra storia. Una tradizione che dal 1940 passa di generazione in generazione.
LA NOSTRA CANTINA
IL CURATORE E LA CARTA DEI VINI&DISTILLATI:
E’ la quarta generazione che grazie allo spirito d’intraprendenza veste il ruolo fondamentale per questo settore Il nostro sommelier studia e si forma all’estero nei ristoranti e Hotel più prestigiosi nelle più importanti capitali enogastronomiche, cercando di riportare un po’ della sua esperienza nella sua cantina. Negli anni la nostra cantina si è evoluto con un idea ben precisa di proporre grandi vini di qualità, prodotti non solo da grandi e affermate aziende vitivinicole ma anche da piccole realtà. Ad oggi si contano circa 150 etichette, in continuo aumento, provenienti da tutto il mondo che fanno di noi una meta per degustare vino.