Ristorante Pizzeria Osare: sperimentazione e professionalità targata Made in Italy
Il suo ristorante è nato in pieno periodo di crisi economica europea ma, ha riscosso subito molto successo perché come allude il nome esso nella vita bisogna sperimentare e “osare”. Questo nome gli ha portato fortuna in ambito privato e professionale. Il signor Mario Pennino non smette mai di ricercare il meglio per la sua clientela. Viaggia spesso per sperimentare nuovi piatti e sapori perché come dichiara in questa intervista realizzata per noi, in questo settore la formazione e il costante aggiornamento sono di vitale importanza per offrire la qualità del Made in Italy all’estero.
Com’è nata l’idea di promuovere il Made in Italy in Spagna con il suo Ristorante Osare?
La mia avventura è cominciata in maniera particolare. Ero giunto in Spagna per vivere un’esistenza completamente diversa da quella che conducevo in Italia. Qui in Andalusia mi sono reso subito conto che la cucina italiana che si stava diffondendo non rispettava l’originalità e l’autenticità del Made in Italy. Mi è venuta così l’idea di aprire un mio ristorante in cui diffondere le autentiche ricette italiane e le specialità che rendono la nostra nazione tanto amata nel mondo.
Come ben sappiamo la cucina italiana promuove il “mangiare sano e il mangiare bene”. Per lei cosa significa questo concetto?
Significa innanzitutto importare prodotti di qualità provenienti direttamente dall’Italia. La genuinità e la freschezza di essi fa la differenza e consente di mantenere un’alimentazione salutare e benefica per la nostra salute. Bisogna diffondere una cucina genuina basata sulla cucina espressa e non precotta o surgelata. È su di essa che si basa il mio concetto di qualità.
Quali sono i prodotti Made in Italy ai quali non rinuncerebbe mai?
I pomodori, il tartufo di qualità, i formaggi, i salumi, la farina. Importo tutto dall’Italia compresi i vini. Scelgo le eccellenze italiane anche se qui in Spagna ci sono buoni vini ma io ci tengo a diffondere solo ed unicamente il Made in Italy del quale vado orgoglioso.
Quali sono i piatti più richiesti dalla sua clientela?
La pizza in primis. La margherita è la più richiesta. Noi prepariamo una margherita di qualità che ha alla base farine selezionate, mozzarella campana, pomodori freschi, basilico genovese. Molto amati sono i primi piatti a base di tartufo e il pesce come lo cuciniamo nel Sud Italia. Molto richiesto è l’astice, la frittura di pesce. Qui non sanno cucinare il pesce come invece lo prepariamo noi italiani quando seguiamo le ricette delle nostre famiglie.
Per lei quanto conta l’estetica nella presentazione di un piatto?
Conta molto ma non bisogna estremizzare questo aspetto. Vedo troppi estremismi in giro, soprattutto nei programmi televisivi in cui molti chef vogliono imitare gli chef stellati senza averne le competenze e l’esperienza pregressa.
Come deve essere un “bravo chef”?
Al giorno d’oggi essere un “bravo chef” è difficile in questa era di veganesimo in cui sono emerse tante nuove esigenze da parte della clientela. Un bravo chef deve esser in grado di preparare piatti semplici con pochi elementi ma buoni. Il bravo cuoco si vede con pochi ingredienti perché solo così si testa la sua reale e concreta fantasia e creatività.
Per lei quanto conta la formazione e il continuo aggiornamento nel suo settore?
A marzo ho finito un corso all’università conseguendo un titolo ufficiale. Dopo diciannove esami ho imparato tanto. Mi sono reso conto da questa esperienza formativa che non si finisce mai di apprendere ed evolversi in questo settore. Durante il corso universitario mi sono aggiornato su aspetti che spesso diamo per scontato in questo settore. Ogni volta che torno in Italia a Napoli o a Firenze da mia sorella vado in giro a curiosare per scoprire nuovi piatti e sapori. Mantengo attiva la mia curiosità e mi aggiorno. Internet non basta per ricercare e sperimentare in questo settore. Fa tanto conoscere e testare di persona e viaggiare.
Qual è la parte più soddisfacente del suo lavoro?
Il cliente che è entusiasta di ciò che prepari e torna con piacere nel tuo ristorante. Questo atteggiamento soddisfa tanto e ti fa andare avanti. Questo è un lavoro molto sacrificante il cui il feedback del cliente è altamente motivante.
Che tipo di atmosfera troviamo presso Il Ristorante Osare?
Il nostro personale è tutto napoletano. È gente che ha studiato in questo settore e non solo. Qui si respira un ambiente cordiale e familiare. Ci teniamo a far stare bene e a proprio agio il cliente. È come essere in una pizzeria napoletana.
Come mai la scelta del nome “Osare” per il suo ristorante?
Nel 2011 eravamo in piena crisi economica europea. Qui in Andalusia c’era una crisi devastante. La gente aveva paura di spendere i soldi a causa della precarietà e delle incertezze legate al futuro. Si diffuse una sorta di psicosi cronica. In quell’anno aprire questo ristorante è stato un azzardo, abbiamo osato e ci stiamo riuscendo bene nonostante la crisi.
Progetti futuri…
Ampliare il locale acquistando il locale accanto ma io sono molto scettico. È difficile gestire per me questo ampliamento. Ci tengo a focalizzarmi per ora su questo ristornante offrendo qualità e professionalità alla mia clientela.
ID Anticontraffazione: 9794 | Mariangela Cutrone |