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Com’ è nata l’idea di diffondere l’autentica arte culinaria italiana attraverso il suo ristorante all’estero?

Provengo da una famiglia di macellai di Padova,in più l'intera famiglia ha sempre posseduto hotel nella zona tra Jesolo e Bibione, così appena finita la scuola ho iniziato immediatamente a lavorare nell'ambito gastronomico.

L'idea di partire per la Germania è stata semplicemente per la voglia di imparare, ero giovane e con voglia di scoprire il mondo.

A soli 22 anni ho aperto questo ristorante e dalla Germania poi, non me ne sono mai più andato.

Che tipo di atmosfera ha ricreato presso il suo ristorante?

Ho voluto creare un atmosfera che fosse elegante ma conviviale allo stesso tempo. Mi piace che il cliente veda un ristorante curato e raffinato,ma non si senta a disagio o troppo costretto da un cliché.

In genere la fascia di utenza è decisamente alta, ma qui può tranquillamente entrare il cliente casuale che vuole mangiare un piatto tipico italiano e stop. Si crea così un'atmosfera mista e decisamente rilassata.


Cosa pensa del lato creativo della cucina italiana?

Amo la cucina italiana, ma amo anche qualsiasi prodotto che provochi piacere al palato.

Nel mio ristorante cerco di trattare un po' di tutto, ma la cosa principale è che il prodotto sia solo ed esclusivamente un'eccellenza.

Per questo mi occupo personalmente di fare la spesa, così che possa testare e scovare quale sia il prodotto più esclusivo che quel dato momento stagione mi propone.

La creatività della cucina più che nella ricetta in se è nella ricerca di prodotti che arricchiscono i piatti della tradizione.

Come potremmo definire la cucina del suo ristorante?

Innanzitutto non accetto di fare ricette con “compromessi”, se il piatto è italiano e deve essere fatto come ricetta comanda: tale deve essere.

Mi piace presentare piatti puliti, buoni perché è il prodotto “alla nascita” che deve essere eccelso.

Utilizzare troppi aromi, salse,condimenti per me è un trucco mal celato per coprire il fatto che il prodotto utilizzato non è il migliore.

In sintesi, una cucina con sapori “originali” ed esaltati nella loro purezza.


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Quali sono le specialità che dobbiamo assolutamente assaggiare presso il ristorante “Da Omero”?

Un piatto che ormai è diventato impossibile da togliere dalla carta sono gli gnocchi ripieni di ricotta fresca al tartufo, mentre uno che mi ha reso decisamente celebre sono capesante con foie gras e tartufo.

Quest'ultima può apparire una combinazione un po' azzardata ma vi assicuro che all'assaggio è deliziosa.

Tengo anche a precisare che la carta è in continua mutazione. Un cliente può tonare più volte nell'arco di una settimana e trovare sempre un menù diverso, con qualcosa di nuovo.

Com’è strutturata la sua carta dei vini?

La carta è strutturata per prezzo.Tratto una fascia abbastanza normale per i vini aperti ovvero al bicchiere, mentre andando sulle bottiglie si sale di fascia soprattutto quando si tratta dei grandi vini italiani e di annate particolari .Non ho preferenze particolari,ma anche qui metto sempre e soltanto il meglio della produzione Italiana.


Il lavoro di ristoratore richiede un grande investimento di energie e tempo, secondo lei qual è la parte più bella di esso?

Per me è vedere uscire felici e contenti i miei clienti, che abbandonando il tavolo ringraziano per la bella esperienza trascorsa.

Questo è quello che mi fa rinascere dalle fatiche, mi soddisfa e mi ripaga della stanchezza di un lavoro davvero dura.

Ad oggi poi è ancora più pesante di quanto non fosse nel periodo pre-pandemico ed essere ancora qui dopo 40 anni, riconosciuto, apprezzato e considerato “alla moda”, per significa aver lavorato bene, ma soprattutto con gioia.

D'altronde se ami il tuo lavoro non avrai mai lavorato un solo giorno della tua vita!


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In questa epoca dominata dai social media, secondo lei quanto è importante il lato estetico della presentazione di un piatto?

Conosco molti cuochi che lavorano in programmi televisivi, che sono spesso sui giornali, perennemente avvinghiati alla macchina dei “social media”.

Tuttavia si definiscono quasi delle vittime di un circolo vizioso da cui non si può più uscire.

Si sentono “costretti” dall'estetica ed a mostrarla, diversamente sarebbero costretti a chiudere per mancanza di pubblico.

E' da questo che io mi sono voluto sempre di staccare.

Mi rendo conto che il futuro è basato sui media come metodo di comunicazione più efficace tra gli altri, ma c'è una giusta via di mezzo in tutto. Estetica per me è semplicità ed eleganza, e questo lo mostro volentieri.

Per scelta ho sempre rifiutato di essere sponsorizzato dalle grandi guide (come Michelin ad esempio). Ovviamente sono delle grandi possibilità, ma è sufficiente fare un piccolo errore, anche una sola volta e possono realmente uccidere la tua reputazione e la tua attività.



Da dove trae l’ispirazione per la creazione dei suoi piatti?

Vado al mercato ogni mattina con mio figlio ed è nel momento in cui mi avvicino ai prodotti che la mente comincia a lavorare.

Sapere che arriverà un determinato taglio di carne o una specialità gastronomica Italiana, mi proietta già a quando entrerò in cucina per finire a mettere quel prodotto nel mio menù.

L'ispirazione per creare arriva al momento,anche confrontandomi con colleghi o semplicemente nel momento in cui un cliente mi lascia mano libera a ristorante e mi da la possibilità di creare in quel preciso istante.

 In base alla sua esperienza, quale consiglio darebbe ad un giovane che vuole intraprendere una carriera nell’ambito della ristorazione italiana all’estero?

Dico una sola cosa: questo lavoro lo si fa con amore e dedizione, altrimenti è un inferno di fatica e frustrazione. Inoltre è importantissimo non essere solo un “gastronomo”, bisogna essere in grado di ricoprire all'occorrenza qualsiasi figura all'interno del ristorante,ma i farsi trovare impreparati.

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ID Anticontraffazione: 18701

Giuliamaria Colelli



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