"La Calabre": un angolo di Mediterraneo fra le Alpi
Un “click” sugli attacchi degli sci, uno a quello degli scarponi e la giornata in montagna sta per finire. Dopo della sana e divertente attività fisica, bisogna rinfrancare il corpo. Con del cibo nutriente, sì, ma anche gustoso. Per chi in settimana bianca (ormai il periodo si avvicina) si trovasse in Svizzera, più precisamente a Leysin, resort sciistico alpino a due passi da Montreux, c’è un posto ideale dove “ricarburare” senza rinunciare ai piaceri dell’eccellenza culinaria italiana: “La Calabre”, un angolo di Mediterraneo incastonato tra le Alpi.
Caprese, pesce fresco, pizza dall’impasto ad alta digeribilità: la piccola oasi creata da Rocco Longo ha conquistato il cuore degli sciatori con i sapori del sud. Non poteva essere altrimenti, visto il nome del ristorante, che rivela le origini del titolare, calabrese doc.
Che, come tanti altri suoi conterranei ha dovuto cercare fortuna all’estero. Una lunga esperienza nel settore, cominciata facendo le “stagioni” nei ristoranti di Diamante, sul tirreno cosentino. Poi il volo negli Stati Uniti, il ritorno in Calabria e la decisione, insieme alla moglie Loredana che collabora con lui nella gestione del ristorante, di abbandonare di nuovo la sua terra, ripartendo però dalla Svizzera.
Prima un ristorante a Friburgo, poi, nel luglio del 2013 nasce “La Calabre”.
Che tipo di ristorante è “La Calabre”?
«Un ristorante tipico italiano, ma nel vero senso della parola. Offriamo una cucina autentica italiana come i nostri cuochi e gli ingredienti che utilizziamo, a partire dal pesce fresco, passando per la pasta e tutto il resto».
Da che clientela è frequentato?
«È molto variegata, anche se, vista la nostra posizione, accogliamo principalmente turisti che vengono qui a sciare o in vacanza sulle Alpi. Tra questi ci sono anche molti italiani».
Quali sono i vostri piatti forti?
«Tutto quello che è a base di pesce va molto: ci riforniamo quotidianamente da un rivenditore di Milano e offriamo una selezione di pescato freschissimo. Ma per chi volesse “allontanarsi” un po’ dai sapori mediterranei abbiamo un’ottima alternativa con i nostri piatti a base di tartufo, che facciamo arrivare direttamente dalla Calabria. I ravioli e il filetto sono tra i più richiesti».
A proposito di Calabria, avete in menù qualche piatto che ricordi la vostra terra di origine?
«Ai nostri clienti offriamo anche dell’ottima pizza, preparata con pochissimo lievito e un lungo tempo di maturazione, che arriva fino a 36 ore rendendola digeribilissima. È sulla base delle nostre pizze che ho messo un po’ di Calabria: le prepariamo con il salame piccante, con il tonno e la cipolla rossa di Tropea».
Preparate solo piatti della tradizione italiana, o avete anche delle ricette svizzere in carta?
«C’era qualcosa sul menù in passato, ma abbiamo deciso di eliminarlo. Ci tenevamo a caratterizzarci come ristorante tipicamente e solamente italiano».
Avete anche una selezione di vini italiani?
«Principalmente. In totale abbiamo una sessantina di vini in carta, per lo più tutti italiani. Ai nostri clienti ne proponiamo due o tre per ogni regione, vogliamo dare il massimo della scelta. E proprio per questo abbiamo anche qualcosa di internazionale, che viene dalla vicina Francia, ma anche dalla lontana Argentina».
Cos’è che vi rende unici rispetto ad altri ristoranti italiani?
«Essere italiani al 100 per cento. Io, i cuochi, il personale in generale. Il nostro background è unico e impareggiabile».
Avete avuto qualche riconoscimento o soddisfazione in particolare?
«Siamo ben posizionati nel gradimento online, ma soprattutto ci fa piacere vedere che la clientela, seppure in larga parte turistica, ha capito chi siamo e come cuciniamo. E se torna in vacanza qui, viene di nuovo a mangiare da noi».
Avete progetti per il futuro?
«Siamo molto impegnati a seguire questo progetto, più un altro sempre in stile mediterraneo. Ma non escludo, in futuro, di pensare a un altro ristorante».
ID Anticontraffazione di Eccellenze Italiane n. 7845
di Alessandro Giannace