Cantina Il Grappolo D'Oro Alghero
CATEGORIA: agroalimentare, viniID ANTICONTRAFFAZIONE N.7441
La Famiglia Sassu, tra storia e tradizione si arriva alla terza generazione
Giovanni Battista Sassu pioniere della famiglia, inizio' nel lontano 1930 a Porto Torres, ad impiantare vigne per la produzione e la vendita di vino sfuso, gran parte dei suoi vigneti allevati ad alberello nascevano nella zona alta del paese oggi chiamata 'viale delle vigne' ma la vera passione di Giovanni era conoscere nuovi territori confrontarsi con le varie culture vitivinicole di qualsiasi territorio, nel Sassarese e in tutta la Nurra era ricercato dai vignaioli della zona, per l'abile facilita' nell'innesto della vite, e per dare loro, dei preziosi consigli nelle vinificazioni dei vini. Tra i tantissimi viaggi culturali che fece, l'ultimo fu' in Piemonte nelle calde colline dell'Astigiano tra i nobili vini del Monferrato, scomparso prematuramente non e' mai rientrato in terra sarda per poter raccontare e regalare alla famiglia le emozioni e le esperienze vissute in Piemonte, a suo figlio Giacomo trasmise la passione verso la terra, maestro degli orti e dei frutteti Giacomo viene ricordato oggi da molti, come un vero cultore della terra, forti i suoi contributi in alcune tra le piu' importanti aziende agrituristiche del territorio, per la coltivazione biologica di ortaggi, a suo figlio Fabrizio diceva sempre queste parole 'la riuscita di un ottimo vino e' la selezione dei grappoli che fai in vendemmia, avere dei grappoli sani e come avere l'oro in mano , e come avere dei grappoli d'oro'
Oggi Fabrizio ha cosi chiamato la cantina 'Il Grappolo D'oro' in memoria di suo padre Giacomo, forte di una grande esperienza, in campo vinicolo e vitivinicolo, vanta il suo primo imbottigliamento, 3000 bottiglie di un potente Cagnulari 'Muttos' dai vigneti di sua proprieta' in Usini, e insieme a sua moglie Anna abilissima cantiniera e curatrice del marketing, portano avanti la Cantina Il Grappolo D'oro in Alghero.
Come nasce Muttos
Rispettando Usini e le sue tradizioni millenarie rispettando le sue vigne, senza violentarle con additivi chimici lasciando che sia la natura di anno in anno e deciderne la qualita' e non 'forzando' il lavoro di cantina.
Muttos rappresenta la storia e la cultura di una famiglia di viticultori sardi, che dal 1930 tramanda di generazione in generazione, il sacrificio e il rispetto verso la propria terra. Ed e' con orgoglio e passione che oggi porto avanti l'arte di quella famiglia di cui io ne faccio parte. A mio nonno Giovanni Battista 'viticultore' e a mio padre Giacomo 'contadino', dedico Muttos, figlio dei loro insegnamenti. Spero arrivi fin lassu'. Fabrizio Sassu
Cantina Il Grappolo D'oro il lungo percorso...
Dopo una lunga e strettissima collaborazione, durata oltre vent'anni in una tra le piu' celebri ed autorevoli Cantine vitivinicole della Sardegna 'Tenute Dettori', nel 2011 presi coscienza che era arrivato il momento di terminare il bellissimo viaggio con i Dettori, per continuare a portare avanti le tradizioni della mia famiglia, lavorare 'CON' la terra e raccoglierne i suoi frutti!!!
In provincia di Sassari ad Usini in zona Laccheddos in terreni tradizionalmente vocati curiamo il nostro piccolo storico vigneto che in tutti questi anni generosamente ha sempre prodotto dell'ottima uva Cagnulari 'venduta per gran parte ai piu rinomati produttori della zona' nell'ottobre del 2012 inizia la svolta, la decisione in famiglia e' quella di vendemmiare e dar vita ad una piccola produzione di Cagnulari etichettato 'Muttos', per questioni logistiche la maturazione del vino viene portata avanti nella cantina ad Alghero Cantina Il Grappolo D'oro dove siamo presenti tutto l'anno, e possiamo dedicare giornalmente le dovute attenzioni ai vini 'controllo delle temperature svinatura, travasi e quanto necessita' in cantina non esistono macchinari industriali, tutte le lavorazioni vengono eseguite da noi manualmente come si faceva un tempo, piccole botti in cemento da 7hl vetrificate internamente fanno per sei mesi da culla al vino, per l'affinamento invece il vino viene trasferito nelle botti di rovere dove rimane circa 4 mesi sino ad arrivare a l'ultimo passaggio l'imbottigliamento e l'etichettatura. A tutti i visitatori che vengono a trovarci lasciamo un chiaro messaggio, la vigna non deve essere un banco sperimentale da laboratorio, ma la massima espressione di quel territorio e come tale va rispettata.
ECCELLENZE CORRELATE
E’ una questione di stileGiacomo Boveri
Le origini della mia azienda si perdono tra la fine del settecento e gli inizi dell’ottocento. Dalle ricerche che ho effettuato presso le locali anagrafi sono riuscito a risalire fino a Boveri Giovanni Antonio, mio trisnonno paterno, qualificato “contadino” nel certificato di morte, coniugato con Borasi Domenica, anch’essa contadina, nato nel primo ottocento. La documentazione a mie mani, peraltro, lascia supporre che anche i suoi antenati svolgessero l’attività di agricoltore che quest’ultimo ha così ereditato.
La particolarità della mia famiglia, che fortifica l’origine e la tradizione contadina dell’azienda ma, soprattutto, le sue origini autoctone, consiste nel fatto che discendo da Boveri sia da parte paterna che dal lato materno come si vede dalle fotografie che sono riuscito a recuperare.
I miei antenati...
Dal Giovanni Antonio sopra menzionato nacque Boveri Luigi (1861-1933), mio bisnonno e, da questi Boveri Giuseppe (1894-1958), mio nonno, fino a Boveri Piero, mio padre. Dal lato materno, anch’esso di discendenza Boveri, ho rintracciato Boveri Giorgio (1846-1928), marito di Lugano Annunziata, miei bisnonni, genitori di Boveri Luigi (1882-1951), fino a mia madre, Boveri Carla. Il ramo Boveri “materno” gestiva i propri possedimenti utilizzando l’istituto della mezzadria mentre il ramo familiare di origini paterne ha sempre gestito le proprietà con manodopera salariata regolarmente registrata come sto facendo io tutt’oggi.
A quei tempi, il ruolo dell’agricoltura e dei proprietari terrieri nello scenario economico erano ben diversi. Basti pensare che i miei antenati, nelle carte di identità, erano qualificati come “benestanti”.
Al termine degli studi di perito in telecomunicazioni, facendo una scelta in controtendenza per il periodo storico che stavo vivendo (era il 1988, quando un posto pubblico o presso una grande azienda era ai tempi facilmente accessibile e garantiva una vita tranquilla e senza rischi) ho preso la decisione di continuare la tradizione di famiglia, dedicandomi completamente alla gestione dell’azienda agricola di famiglia.
Col trascorrere degli anni ho impostato l’attività con l’intento di aumentare la superficie aziendale e migliorare le tecniche di vinificazione. L’obiettivo che mi sono sempre prefissato è stato quello di promuovere e sviluppare un prodotto legato al territorio. E’ per questo motivo che, tra le etichette che produco, oltre alla tradizionale barbera, ho voluto scommettere anche su vini quali il “timorasso” e la “croatina”, originari proprio delle colline ove si fonda la storia della mia famiglia, per lungo tempo abbandonati ma che ora stanno scoprendo una nuova giovinezza.
Dal 2010 Giacomo Boveri è stato affiancato in questo cammino dalla moglie Sara Bonadeo che ha lasciato la professione di avvocato, preferendo la socialità e la convivialità che solo il vino è capace di far nascere tra le persone. Dalla loro unione è nato Giovanni, attualmente sedicenne, studente liceale con la passione del calcio.